16. TERMOLI - RODI GARGANICO

99,2 km - disl. 401 m

Mappa realizzata grazie a Google Maps

Vedendolo dalla finestra, non potevo fare a meno di andare a fare altri due passi nel centro storico di Termoli, che si insinua con il suo promontorio nel mare già punteggiato di bagnanti mattinieri.

E, forse giusto per fare un piacere a me, la facciata del duomo guarda a levante, una volta tanto.

All'uscita da Termoli commetto la leggerezza di fidarmi dei classici cartelli "tutte le direzioni", che mi infliggono almeno 6 km supplementari. Ben mi sta. Certo che quell'informe grumo di svincoli, bretelle, cinture a millanta corsie per una piccola città come Termoli lascia perplessi.

Benché oggi sia in programma la parte piatta del giro del Gargano, alla fine riesco ad accumulare 400 metri di dislivello. Non oso pensare come sarà la parte accidentata. Piatto significa, inevitabilmente, un po' monotono. Per esempio, la striscia di terra che porta a Rodi Garganico non ha nulla di panoramico, checché ne dica la cartina del TCI, perché ai lati vi sono pinete che peraltro non arrivano ad ombreggiare la sede stradale.

Lesina è poco interessante, mentre invece Rodi Garganico, dove decido di fare tappa, è un bel borgo dagli stretti vicoli e dalle case bianche. Ci si arriva attraverso un breve ma secco strappo lasciando il litorale.

L'idea era quella di arrivare fino a Peschici, ma volevo esser sicuro di poter vedere la finale dei mondiali senza rinunciare alla cena. La signora olandese seduta al tavolo vicino al mio, all'approssimarsi del fischio d'inizio, mi guarda sbuffando per denunciare un nervosismo pre-partita sopportabile a stento. Purtroppo per lei, il polpo Paul ha avuto ragione ancora una volta. Colgo l'occasione per dire la mia sulla faccenda del polpo. Sarà anche un animale molto intelligente, ma secondo me c'è dietro uno staff di tecnici che formulano un certo pronostico, dopodiché nella teca della squadra favorita viene messo cibo autentico, e nell'altra roba finta. Siccome Paul non è scemo...