21. LOCOROTONDO - LECCE

101,7 km - disl. 395 m

Mappa realizzata grazie a Google Maps

È la giornata che mi porta al capolinea. Lecce è infatti l'obbiettivo dichiarato, a me stesso e a pochi intimi.

La tappa però è arricchita da altre gemme: le cittadine bianche di Cisternino e Ostuni. La seconda la conosco già e sono ansioso di tornarvi, la prima è ignota.

Le ondulazioni della strada pressoché diritta che unisce queste località sono meno accentuate rispetto alla parte che conduceva a Locorotondo. Fino a Ostuni si vedono ancora parecchi trulli lungo la strada, ma a un certo punto le apparizioni dei magici coni si interrompono di colpo.

Cisternino è come una piccola Ostuni. Quest'ultima rispetto alla mia precedente visita di 13 anni fa mi pare abbia avuto un maggiore sviluppo turistico, pur senza snaturarsi. C'è un bel po' di gente che fotografa, mentre nel '97 c'ero solo io e mi guardavano storto. La stessa cosa è successa sul Plateau des Lavandes a Valensole, tre anni fa. Che abbia qualche responsabilità?

Da Ostuni si diparte una strada diritta, tendenzialmente in lieve discesa, e inizialmente anche a favore di vento, che passa per Mesagne. Il paesaggio è anche gradevole - ulivi - ma terribilmente uniforme. La temperatura massima è stata di 40 gradi. Stiamo migliorando, ogni giorno 2 gradi in meno.

Dopo San Dónaci c'è una strada sulla sinistra che permette di tagliare un pezzo di SS 7 ter alla volta di Lecce. Dopo poco più di 100 km il traguardo è raggiunto. Stasera ho fatto un lungo giro per Lecce, ma ci tornerò domattina. Però la Piazza del Duomo, festa del barocco - ma un barocco essenziale, sobrio - sapientemente illuminata, è uno spettacolo anche di notte.

Il mio albergo si affaccia sullo scalo ferroviario. Sul sito delle ferrovie tedesche (perché su quello italiano è impossibile) ho provato a farmi fare l'itinerario da Lecce a Milano con bici al seguito. Il risultato è un delirio. Ci sono varie possibilità, ma il tempo minimo è di 23 ore e passa, i cambi di treno da 3 a 6, e c'è da attendere per cinque ore e mezza nel cuore della notte alla Stazione Termini di Roma la coincidenza successiva. Una coincidenza molto elastica. Piuttosto torno a Milano a piedi con la bici in spalla. Ieri sera l'albergatrice di Locorotondo si chiedeva come mai negli ultimi anni i cicloturisti stranieri non vengono più da queste parti. Già, chissà perché. Please, visit our country, diceva quel tale dagli occhi celesti con l'inconfondibile accento del mostro di Frankenstein.