22. LECCE - TARANTO
97,1 - disl. 244 m
Mappa realizzata grazie a Google Maps
Scrivo queste note su una panchina all'aperto, alle 21,30 di una giornata che è stata la più torrida della mia vita di cicloturista. La temperatura è rimasta al di sopra dei 40 gradi per diverse ore, dalle 11 fin verso le 17,30. All'ombra, a Manduria, c'erano 39 gradi con un tasso di umidità dell'80%. Ora penso di avere un'idea di cosa sia il vero caldo.
Le prime ore della mattinata sono state dedicate a Lecce. Con particolare attenzione, perché sapevo che con ogni probabilità dal punto di vista turistico la tappa era tutta lì.
Conducendo la bici a mano, giungo in una bella piazzetta dominata da una chiesa barocca (San Matteo, mi pare, ma non ci giurerei). Lo scenario è purtroppo deturpato da una mente illuminata che ha posteggiato la macchina davanti ai gradini. Riesco comunque a scattare una foto della facciata, e mi avvicino ulteriormente per esplorare altri scorci. In quel momento esce dalla chiesa il proprietario della vettura, si volge verso di me e mi fa: "Lei non può entrare in chiesa così". A parte il fatto che non avevo nessuna intenzione di entrare, replico comunque: "Cosi come?" E lui fa un cenno ai pantaloni corti. Fra me e me, perché se voglio sprecare energie per un litigio non lo faccio con un cretino, dico che in 25 anni è la prima volta che mi imbatto in un individuo del genere, e penso anche che se i difensori dei valori del cattolicesimo sono questi, capisco i motivi del declino. O magari la faccio troppo lunga, e il tizio era semplicemente turbato dalla vista delle mie bellissime gambe. Però spero proprio che un'altra volta egli parcheggi la sua stupida tolla lontano da posti così incantevoli quando ci capito io.
Il percorso che unisce Lecce a Taranto è pressoché un unico rettilineone incandescente, costeggiato da oliveti. L'altitudine resta sempre modesta, con una lieve increspatura nel finale, dopo Manduria.
Forse Manduria meriterebbe qualche attenzione in più, ma l'istinto di sopravvivenza e la costante ricerca di bar aperti prevalgono facilmente.
Di Taranto ho visto solo il quartiere dove sorge il mio albergo. Vedrò di rimediare domani, per oggi è già molto che sia sopravvissuto. Stasera ho cenato in modo insolito: mi sono comprato un chilo di pesche buonissime. Le ho mangiate seduto su una panchina ove sono stato tempestivamente raggiunto da due ragazzini di 7-8 anni che hanno preteso un'esauriente dimostrazione delle possibilità offerte dall'iPad, su cui stavo giusto scrivendo queste righe, e alla fine se ne sono andati in preda ad uno sfrenato entusiasmo.
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