30. OSTERIA NUOVA (RI) - NARNI
82,3 km - disl. 718 m
Mappa realizzata grazie a Google Maps
Per la sezione "Dove andiamo oggi", ho selezionato due mete, una tranquilla, Narni, e una gajarda, Orvieto.
Da Osteria Nuova ci sono inizialmente due km di discesa, all'ombra, e così per la prima volta in questo viaggio provo l'emozione di desiderare, anche se solo velatamente, il k-way per difendermi dall'aria molto fresca. Poi però la strada prende a salire, per circa 8 km, con pendenze tranquille. In corrispondenza del paese di Orsaro, prossimo al colle, fermandomi per scattare un paio di foto ingaggio una lunga chiacchierata con un finanziere, che abbandona il più giovane collega a fermar gente e controllare documenti per parlare con me.
Come anticipatomi dal finanziere, dopo lo scollinamento (circa 600 metri di quota) restano 14 km di pianura e discesa fino a Rieti.
La giornata è, per la prima volta in un mese di viaggio, assolutamente perfetta: sole caldo, aria asciutta, cielo azzurrissimo con nuvolette bianche. Ogni luogo è impreziosito da una luce tanto calda, e così è per il centro storico di Rieti.
Da Rieti preferisco rifare la strada collinare che aggira a monte il lago di Piediluco, già percorsa solo due anni fa ma in condizioni di luce meno attraenti. E oggi, come mi aspettavo, è un vero spettacolo. Mi fermo a mangiare un panino con la porchetta, certo che le condizioni di luce non cambieranno. Il porchettaro si trova presso la deviazione per Poggio Bustone, che è il paese natale di Lucio Battisti, uno dei grandi del 900 musicale italiano. Mi commuove la devozione con cui ne parla la moglie del porchettaro, una giovane signora di colore che è in Italia da diversi anni, e che da quello che dice dimostra di essere più sinceramente affezionata al ricordo del grande cantautore di quanto non lo siano gli indigeni. È preoccupata perché un'ora prima è caduta e ha appoggiato male un polso, che ora le duole. Chiede un consulto a me, ma sono costretto a negarglielo, e le suggerisco piuttosto di fare un salto a Rieti per fare una lastra. Spero che abbia seguito il mio consiglio, perché è lei che ogni mattina prepara la carne per fare i panini.
Dopo la pausa-porchetta inizia la parte più spettacolare dell'itinerario. Si sale un po', ma con pendenze tranquille, e poi si resta più o meno in quota, la stessa di Rieti, fin dopo il lago di Piediluco. Anche gli ultimi km prima di Terni offrono belle viste, con la partecipazione del borgo di Papigno e di un panorama di Terni insolitamente sgombro dalla foschia.
Terni, che è una città industriale, in una domenica pomeriggio di fine luglio non può che essere deserta. Un'occhiata all'orologio, una alle cartine, e tra la meta audace e quella comoda scelgo quest'ultima.
La SS 3 aggira Terni e mi porta ai piedi di Narni in una decina di km tranquilli. La salita al centro storico non è difficile.
Narni è anche più bella di come me la ricordavo. Le dedico un'ora abbondante, rinunciando all'interno del duomo perché si sta celebrando una messa funebre, e poi ripercorro a ritroso un paio di km per piegare infine verso Narni Scalo, che è il sobborgo prossimo alla stazione ferroviaria. E qui mi fermo.
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