5. SONDRIO - BORMIO

74,6 km - disl. 1033 m

 

Mappa realizzata grazie a Google Maps

 

Mia prima preoccupazione, questa mattina, è stata quella di trovare questo famoso Sentiero della Valtellina, una pista ciclopedonale che promette di portarmi da Sondrio a Grosio senza mai toccare la statale. Su un sito web ho trovato l'itinerario dettagliato, ma quando sono arrivato al punto d'innesto mi sono imbattuto nell'imbocco della statale dello Stelvio, proibita alle bici. Per fortuna transitava di lì una ragazza che mi ha mostrato da dove si doveva passare. Credevo che mi stesse prendendo in giro, e invece aveva ragione. Bisogna passare fra due mozziconi di guard rail e tuffarsi in un sentierino nel bosco che sarà largo 10 cm. Dopo questo numero da giovane esploratore mi sono trovato davvero sulla ciclabile. È una pista segnalata in modo lacunoso, e davvero è indispensabile avere con sé le istruzioni per l'uso. Non si capisce perché in Italia spendano tanti soldi per costruire piste ciclabili anche belle, e poi non mettono i cartelli che ne consentano la fruizione. Che si facciano un giro in Svizzera, per vedere come si fa. Complessivamente fino a Tirano questo Sentiero è un itinerario piacevolissimo. Scorre a fondo valle, spesso gomito a gomito con l'Adda, e distante dalla statale, sicché del traffico motorizzato non si coglie neanche il rumore. A Tirano purtroppo ancora una volta all'ora di pranzo si accompagna l'addensamento delle nuvole. Ma è pur sempre ora di pranzo, e così faccio un po' di benzina anch'io. Assaggio per la prima volta la Coca Cola Zero. Lo zero dovrebbe riferirsi all'assenza di zucchero, ma io lo destinerei quale voto all'idea: nelle pubblicità di cui siamo vittime in questo periodo, si sostiene che questa nuova bevanda è senza zucchero ma ha lo stesso sapore della Coca Cola tradizionale. Si tratta palesemente di pubblicità ingannevole, e non capisco come possano permettergliela. La parte di statale che attraversa Tirano la percorro sul marciapiede, fino alla deviazione per Cologna, da cui parte una salita di quasi due km con 170 metri di dislivello. Seguirò questa bella strada fino a Mazzo, per poi incrociare la statale e proseguire sulla sinistra della valle per Grosotto e Grosio, col suo centro storico antico. Dopo Grosio c'è ancora un tratto di salita non facilissima, che nella fattispecie affronto con un forte vento contrario e la poco rassicurante visione frontale di una massa di nuvole nerissime che incombono sulla vallata. Da qui in poi viaggerò sempre su strade allagate, ma senza mai prendere una goccia. Grande scelta di tempo, o... chiamatelo come vi pare. In località Le Prese, a quota 954 metri, un bel cartello giallo informa i viandanti che la strada verso Bormio è bloccata COMPLETAMENTE dopo 4 km e mezzo, per lavori. Quello è ovviamente il punto della famosa frana che spazzò via interi paesi. Decido di entrare ugualmente in paese per chiedere lumi. In giro non c'è un'anima, ma fortunatamente un signore si affaccia dal balcone della sua casa e mi rassicura: in macchina non si passa, ma in bici sì. Proseguo fiducioso. Dopo un buon km al 10%, che mi fa accendere la spia rossa del serbatoio, arrivo a un bivio fra due strade ufficialmente chiuse, ma entrambe percorribili. Una è asfaltata ma in brusca salita, l'altra è sterrata ma corre in piano. Prima ancora di chiedermi quale sia la scelta migliore, vengo raggiunto da due ciclisti che mi consigliano lo sterrato. Consiglio saggio. Strade sempre allagate, tuoni alle mie spalle. A quel punto a Bormio mancano circa 10 km. Mi sistemo in uno dei primi alberghi che trovo lungo la strada, appena dopo il cartello che conferma che la meta della nostra gita è stata felicemente e asciuttamente raggiunta. Naturalmente cinque minuti dopo inizia a diluviare, ma a me cosa importa?


 

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