14. MILLAU - SAINT-SERNIN-SUR-RANCE

85,3 km - disl. 872 m

 

Mappa realizzata grazie a Runtastic e Openstreetmap

 

Io ero sinceramente convinto di apprestarmi a una facile passeggiata, stamattina, una sorta di lungo-Martesana con il Tarn al posto della Martesana, e un po' più lungo. All'inizio tutto bene. La vecchia strada costeggia effettivamente il fiume, passando sotto all'impressionante modernissimo Viadotto di Millau, il più alto del mondo, a quanto pare, e costeggiando subito dopo il bellissimo borgo di Peyre. Ma poi la valle si stringe, i bordi si alzano, e la strada li segue. Poco dopo Sainte-Rome inizia una salita punitiva di cui non s'intravvede la fine, ed è oltretutto evidente che lungo quel percorso mancano le possibilità di rifornimento idrico. A questo proposito vorrei denunciare il fatto che negli ultimi 3 o 4 giorni ho incontrato lungo il cammino pochissime fontane, e quelle pochissime dichiarano la non potabilità dell'acqua. Qualche anno fa ad una di queste fontane con acqua non potabile ho visto avvicinarsi un signore del posto con una borsa di bottiglie da riempire. Non credo gli servisse per bagnare i fiori. Tornando al mio percorso odierno, dopo 4 km di inutile salita decido di tornare a Sainte-Rome, che è sulla sponda sinistra del fiume. Lì bevo qualcosa e poi seguo l'indicazione per Saint-Affrique. Raggiungere questa località significa sciropparsi circa 250 metri di dislivello sotto un sole cocente, ma almeno mi affido al conosciuto. La strada per Albi, dopo qualche temporeggiamento iniziale, comincia a proporre una serie di gobbe micidiali, con pendenze del 6-7%, fino a raggiungere una quota prossima ai 600 metri, dai poco più di 300 di Saint-Affrique. Ad Albi manca ancora tanto, troppo, e ricordo benissimo che dopo Saint-Sernin-s-Rance c'è un'altra salita non agevole. Mi fermo sul ciglio della strada e verifico la disponibilità di una stanza a Saint-Sernin, nonché la possibilità di annullare la prenotazione di Albi. Entrambe le verifiche hanno esito positivo, sicché procedo in tal senso. I paesaggi su questa strada sono belli, e ora con la certezza di potermi fermare 50 km prima riesco a godermeli. All'Hotel di Saint-Sernin mi accoglie, dopo avermi fatto aspettare oltre 10 minuti, un giovane che parla a tutta manetta e a tutto glissando, il quale non trova la mia prenotazione e non sa che stanza darmi. Gli mostro per tre volte l'e-mail di conferma sul mio iPhone. Alla fine telefona a non so chi e riemerge con una chiave. Gli chiedo allora dove posso lasciare la bici. Non capisce, chiede se ho una bici con me. Io vesto regolarmente una maglia da bici, rosa, con scritte in italiano, e pantaloncini corti. Questi continua a parlarmi col suo biascichio iperrapido e si stupisce della mia richiesta di parcheggio per una bicicletta. Domattina spero di avere a che fare con qualcuno un po' più sveglio di questo fenomeno.

   
   
   
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