27.
GENOVA - PAVIA

126,2 km - disl. 593 m

 

Mappa realizzata grazie a Runtastic e Openstreetmap

 

Apro con un'appendice alla giornata di ieri. Avevo messo la bicicletta in cantina. Alle 22:30 passate mi telefona in camera la ragazza della reception e mi dice che nella notte devono fare dei lavori urgenti in cantina e bisogna spostare la bici perché intralcia. Così ha fatto sapere il proprietario dell'hotel. Da una parte non posso credere a una panzana simile, dall'altra mi dispiace polemizzare con questa ragazza così gentile e premurosa che essendo mera ambasciatrice del volere del capo non ha colpe. Unica soluzione: portare la bici in camera al secondo piano, per le scale, perché l'ascensore è troppo piccolo. E veniamo a questa mattina. Mi metto le borse sulle spalle, prendo la bici e la porto giù, ma arrivato al primo piano, dove c'è la reception, vedo che hanno messo due piante all'imbocco dell'ultima rampa di scale per impedire il passaggio. Dico alla solita ragazza che io le piante le sposto, altrimenti come esco? Lei acconsente. A pian terreno trovo un nastro di traverso con l'avviso che la scala è impraticabile fino alle 10 per "manutenzione". Insomma, l'albergo si chiama Acquaverde. Se capitate a Genova in bicicletta, forse è meglio che cerchiate altrove. Alla partenza il cielo è coperto, ma il sole uscirà presto. L'ascesa al Passo dei Giovi, per la SP 35, è, fintanto che si attraversano i sobborghi collinari di Genova, un agevole falsopiano. La salita vera s'incontra negli ultimi 4 km, con pendenze fra il 6 e l'8 per cento. Me l'aspettavo diversa, questa strada, stretta, con gallerie e un sacco di camion, invece è un bell'itinerario, senza gallerie, con bei paesaggi e belle case lungo la strada. Il percorso resta piacevole anche nella parte della discesa, lungo la valle dello Scrivia, boscosa ma aperta, con rare e trascurabili contropendenze. Con il sole alle spalle del tardo pomeriggio, è molto bella anche la parte di pianura fra Voghera e Pavia, costellata di colture varie e di vecchie cascine. La gamba è un po' meno brillante rispetto ai giorni scorsi. Forse pago la terza tappa consecutiva sopra i 125 km, ma non ho il tempo di pensarci troppo, perché entrando per il Borgoticino, e attraversando il famoso ponte coperto (qualcuno ricorderà la scena madre de "Il cappotto" di Lattuada) mi ritrovo in breve nel centro di Pavia. Trovo alloggio vicino alla stazione, questa volta, almeno fino a questo momento, senza problemi per il parcheggio del velocipede.

 

 

 

 

   
   
   

 

TAPPA N. 28 CICLOGIRO 2013 TUTTI I CICLOGIRI HOME PAGE