23. MONDAVIO - CITTA' DI CASTELLO
109,1 km - disl. 1020 m
Mappa realizzata grazie a Runtastic
Ancora rispettata la tradizione della visita mattutina del posto di tappa, addirittura con il prologo di un paio di foto scattate dalla finestra della camera d'albergo. Fa caldo fin dai primi istanti, ma so già che la tregua sta per finire, e da domani tornerà il maltempo. Fra le strade che scendono alla statale diretta a Pergola, scelgo, su consiglio dell'albergatore, quella che va giù diritta. La strada per Pergola è un falsopiano che porta ai 290 metri del punto di arrivo. Ma la parte peggiore viene dopo, non tanto per le difficoltà altimetriche, pur irritanti per i continui saliscendi, quanto per la calura: il mio termometro ha segnato stabilmente 40-41 gradi sulla strada. Cagli merita una visita. Per evitare altri saliscendi difficilmente pronosticabili, preferisco imboccare la Flaminia fino ad Acqualagna. Rimarchevole l'idiozia della segnaletica: a un certo punto, senza possibilità di uscita, la statale diventa vietata a biciclette e ciclomotori, e solo dopo 500 m c'è l'uscita per Acqualagna. C'erano precedentemente due uscite per il paesino di Smirra, che forse avrebbero evitato il problema, ma per me che sono di Milano il nome Smirra non dice nulla. Per completare le lamentele, la bella strada di Bocca Serriola, che ha pendenze dolcissime su entrambi i versanti, è dotata di una pavimentazione a dir poco oscena. E questo vale sia per il tratto marchigiano che per quello umbro. I responsabili dovrebbero vergognarsene, se ne fossero capaci. Lungo la strada non posso esimermi dal fare una scappata nel magnifico piccolo borgo antico di Piobbico. Arrivo sul passo tre minuti prima delle 20, e completo la discesa alle 20:45. A confermare che la pacchia è finita, mentre sto per uscire dall'albergo per andare a cercare un ristorante, si mette a piovere.
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