12bis. PERPIGNAN (Hotel) - PERPIGNAN (Ospedale)
2 km - disl. 5 m
Mappa realizzata grazie a Runtastic e Openstreetmap
Uscendo da Perpignan, nell'accedere a una delle decine di migliaia di rotonde che ammorbano il territorio francese, sono stato investito alle spalle da una signora alquanto distratta a bordo della sua macchinina color succo di frutta avariata.
La stupidina ha subito ammesso le sue colpe. Abbiamo caricato le borse nel suo bagagliaio, mentre la police, prontamente accorsa, prendeva in carico la mia Cube straziata dall'impatto, e ci siamo recati ad un vicino Decathlon perché la signora era convinta che il mio velocipede fosse facilmente riparabile. Io in realtà ero molto più preoccupato per il mio braccio sinistro assai dolente. La geniale donzella mi ha offerto una pillola omeopatica, prontamente rifiutata, e congiuntamente si è accorta che non indossavo il casco, facendomelo notare quasi con sdegno. Ho subito replicato, in italiano - per educazione - in modo che non capisse, che io non avevo il casco, ma a lei mancava la testa.
Svolte le pratiche burocratiche, i poliziotti volevano andarsene, ma io ho fatto presente che dovevo essere accompagnato all'ospedale. Quasi seccati, hanno chiamato les pompiers, che io sulle prime avevo rifiutato perché non vedevo incendi nei paraggi, ma soprattutto non sapevo che con quel termine sono indicati i volontari delle ambulanze. Trasportato al grande ospedale generale di Perpignan, dopo lunghe peripezie il cui racconto vi risparmio, mi è stata finalmente diagnosticata una lussazione dell'ulna. In serata sono stato operato in anestesia generale. Con la semplice manipolazione dell'arto, quindi senza inutile spargimento di sangue, mi è stata correttamente ridotta la lussazione e mi è stato applicato un gesso da tenere per 5 settimane.
Il chirurgo (dott. Taoutaou, bravissimo e molto simpatico) era tutto contento perché il mio caso era assolutamente unico (e infatti nella letteratura ortopedica non ho trovato alcun precedente). Secondo l'ortopedico del Galeazzi di Milano, che mi ha visitato 4 settimane più tardi, ho riportato una lesione di Essex-Lopresti, rarissima, che a suo parere mi avrebbe impedito qualsiasi movimento del braccio a causa della rottura della membrana interossea, ma quando pochi minuti dopo mi ha fatto togliere il gesso e stava già consultando la lista dei tutori, si è molto sorpreso nel vedermi muovere il braccio con discreta disinvoltura e senza dolore, pur con qualche limitazione. E' da quando ai tempi del liceo stravincevo ogni anno la gara di articolazione delle spalle (sì, al Beccaria c'era questa curiosa tradizione) che mi sono accorto di essere costruito in un modo strano. Niente tutore, e via con la riabilitazione, sotto la guida sapiente della dott.ssa Scilla Menegazzi, mia nipote. A circa 6 mesi e mezzo dall'incidente, sono in grado di fare tutte le cose a cui tengo, come per esempio suonare il pianoforte, andare in bicicletta, reggere una reflex con un pesante obbiettivo ruotando voluttuosamente la sua ghiera di messa a fuoco manuale. Altre cose ancora non riesco a farle, ma sono fiducioso.
I medici, gli infermieri e soprattutto le infermiere dell'ospedale di Perpignan sono stati tutti estremamente gentili con me. E a parte gli spaghetti di Manosque, ho gustato lì il miglior pranzo di tutto il viaggio.
Il ritorno in Italia da Perpignan è avvenuto in treno. Il viaggio non è stato certo comodo, in considerazione dei due cambi di convoglio, e dovendomi trascinare appresso tre borse e uno zaino con un braccio solo, ma ce l'abbiamo fatta.
Molto macchinoso si è rivelato il recupero della bicicletta, rimasta parcheggiata davanti a uno dei due negozi Decathlon di Perpignan. Dopo lunghe trattative telefoniche con la gendarmeria e con il negozio citato, nonostante l'inconveniente di un tentativo di furto, sventato dalla sorveglianza di Decathlon, e grazie alla collaborazione del mio amico Giovanni Maggi, che ha una conoscenza della lingua francese molto migliore della mia, sono riuscito a farmela inviare attraverso un corriere. Infine, un meccanico de La Bicicletteria l'ha sapientemente rimessa a nuovo, ed è così che seguendo il link qua sotto potrete accedere ad un supplemento di diario di viaggio, perché noi ciclisti non ci arrendiamo tanto facilmente.
La cosa che non vi ho ancora detto è che il progetto del Ciclogiro prevedeva un'esplorazione pressoché integrale della Spagna, Andalucía compresa, e per questo motivo mi ero preso un mese di ferie supplementare. Ma evidentemente è proprio destino che a Madrid in bicicletta io non ci debba arrivare. Se avessi dato retta ai numerosi e strani segni premonitori che mi avevano accompagnato nei primi giorni di viaggio, sarei tornato indietro anche prima di mettere le ruote in Francia.
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