Andatura media: 13,1 kmh - Media complessiva: 9,2 kmh
Temperatura media: 27,8 °C
Punti d'interesse: Passo Crocedominî, Bagolino, Valle del Caffaro, Ledro
Gradimento: ****/*****
Difficoltà: ****
NOTE: La tappa di oggi è tutta incentrata sul mitico Passo Crocedominî. Quasi tutti gli appassionati di ciclismo lo chiamano Crocedòmini, sul modello di Corpus Domini, senza considerare che "dòmini", in forma sdrucciola, è il genitivo di "dominus" in latino, col significato di "del Signore", e si abbina a "corpus" che è nominativo e significa "corpo". Ma "croce" non è latino, è italiano, e quindi Crocedomini non può significare "Croce del Signore". In realtà "domini", nel caso specifico, è il plurale italiano di "dominio" e quindi il nome del valico indica il fatto che lì in passato si "incrociavano" 4 territori, o dominî, diversi. Anche in latino il plurale di dominio (dominium, neutro della seconda declinazione) ha l'accento sulla prima i (domìnii) e non sulla o (dòmini). Sì, però, il passo com'è? Il passo, sdrucciolo o piano che sia il suo nome, è bellissimo, e ho la fortuna di godermelo in un'altra giornata di sole. Ben sapendo che spesso a quelle altitudini (poco meno di 2000 metri) il tempo nel pomeriggio si guasta, ho anche rinunciato a una prima parte di tappa nella valle di Scalve, nota anche come "Via Mala della Lombardia" (per distinguerla dall'omonimo canyon in territorio svizzero), in modo da raggiungere la vetta entro l'ora di pranzo. Mi sono poi tuffato sull'antica Bagolino, e da qui ho raggiunto la Valle di Caffaro passando in alto per la SP 241, o via Cerreto, che impone un supplemento di salita ma offre bellissime viste sulla vallata sottostante fino al lago d'Idro. Anche la prima parte della Valle di Ledro, fino a Pieve, è assai piacevole.