COSA MI E' PIACIUTO:
nel gruppo di parodie degli anni '70 di Mel Brooks (le altre sono Mezzogiorno
e mezzo di fuoco, che ho rivisto di recente in tv rivalutandolo,
L'ultima follia di Mel Brooks
e Alta tensione), tutte
ugualmente divertentissime, questo è il film più raffinato,
una commedia intelligente e sempre controllata, con personaggi che sintetizzano
in modo geniale tutti gli aspetti più stravaganti dei caratteri
che popolarono i diversi film dedicati al romanzo della Shelley a partire
dagli anni '30 (e anche la trama ne è una summa), e volgendo
ovviamente la tragedia in comica, ma senza perdere di vista la filosofia
che informava l'idea originale. Bellissima la sceneggiatura di Gene
Wilder, priva di ridondanze e senza una sola parola fuori posto, ma
una volta tanto vanno elogiati anche gli autori della versione italiana;
addirittura due delle battute più famose sono state completamente
reinventate: quella del bastone ("si aiuti con questo", dice
Igor) e quella del "lupo ululì, castello ululà",
dato che era impossibile tradurre alla lettera il bisticcio originale
basato sulla parola werewolf (lupo mannaro). Magistrale prova
di tutti gli attori, e un pensiero particolare va a Marty Feldman e
Madeline Kahn, che non ci sono più. La scenografia è praticamente
la stessa dei Frankenstein di 40 anni prima, e la splendida fotografia
lo rimarca con grande classe.
COSA NON MI HA CONVINTO: -
CURIOSITA': per chi si chiedesse dov'è
Gene Hackman in questo film, è il cieco che ospita il mostro
nella sua casa.
Ho visto Frankenstein junior in lingua
originale con i sottotitoli in italiano, molto accurati.
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