COSA MI E' PIACIUTO:
la soave semplicità di Ozu. Tutto è naturale come l'acqua
che scorre: non c'è una sola scena che si possa definire indimenticabile,
ma alla fine tutto il film lo è. Sì, c'è quel finale
così commovente, ma l'emozione è figlia del racconto nel
suo insieme. Su tutto e tutti risplende il sorriso di Setsuko Hara,
sublime simbolo del cinema di Ozu. Nessun autore cinematografico ha
mai trattato con pari efficacia il tema dei rapporti fra le varie generazioni
nell'ambito della famiglia. Del resto non è facile raccontare
cose semplici in modo semplice senza dire banalità e senza annoiare.
Si noti come, per sottolineare l'estraneità alla famiglia del
promesso sposo di Noriko, egli non compaia nemmeno.
COSA NON MI HA CONVINTO: nulla.
Ho visto Tarda primavera in giapponese
con i sottotitoli in inglese. Questo ed altri film di Ozu sono stati
ripetutamente trasmessi in tempi recenti su Raitre nell'ambito di Fuori
Orario, in lingua giapponese con sottotitoli in italiano. C'è
la speranza che qualcuno possa occuparsi della pubblicazione in dvd
dalle nostre parti di tali capolavori, ma per chi ha un minimo di conoscenza
della lingua inglese, l'edizione della Tartan è senza dubbio
raccomandabile.
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