CICLOGIRO 2000 - Partenza il 1° luglio

 

 

 

 

 

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I collegamenti alle fotografie sono in marrone. Chi vuole vedere solo le fotografie può partire da QUI. (All the pictures starting from HERE)

 

Ci sono due novità importanti: la prima riguarda la formazione. Tornano ad accompagnarmi i fratelli Chemello. Evidentemente l'esperienza elvetica del 1998 non è loro del tutto dispiaciuta. La seconda novità riguarda la mia bicicletta. Il caro amico di famiglia Marino Vigna, che tutti gli appassionati di ciclismo ben conoscono (e per i pochi che non lo conoscono ricorderò che è stato campione olimpionico a Roma di inseguimento a squadre), mi suggerisce di tornare a dare un'occhiata al catalogo Bianchi, che nel settore del cicloturismo ha risalito la china. Ovviamente mi fido del suo giudizio, e scelgo una Spillo della Bianchi, color amaranto. Il telaio è in alluminio, è il peso è inferiore di un paio di kg rispetto all'Olympia, ma quello che mi colpisce immediatamente è la straordinaria guidabilità. Scarica o carica che sia, anche con folate di vento laterali, questa bici si pilota praticamente da sola. I rapporti del cambio: 42-32-22 x 11-14-16-18-20-22-24-27 (ma ancora una volta non sono sicurissimo che siano proprio così).
Ciò che non cambia è il Paese meta del viaggio: la Francia. In particolare quest'anno tocca alla fascia centrale.

TAPPA N° 1 - Milano-Verres, km. 153,9 *½
Partiamo verso le 8. Il percorso non poteva riservarmi grosse sorprese, essendo il medesimo dello scorso anno. Ci siamo fermati un po' più a lungo a Novara (1, 2) e a Vercelli perché i miei compagni di viaggio non le conoscevano. Per me il solito mal di stomaco, cominciato addirittura prima del solito, nel primissimo pomeriggio, sicché gli ultimi km sono stati piuttosto difficili. La bicicletta al suo esordio si è comportata benissimo.

TAPPA N° 2 - Gran San Bernardo, km. 79,7 ***
Ieri abbiamo visto i rottami di tre gravi incidenti stradali, mentre stamattina l'albergatore ci dice che nella notte un uomo si è schiantato con la sua macchina contro il distributore di benzina a 200 mt dall'albergo, ed è morto. Prima di giungere ad Aosta facciamo un giro al Castello di Fenis (1, 2, 3, 4, 5). Ad Aosta ci limitiamo a due passi per il centro pedonale, perché il chiostro di Sant'Orso è chiuso. L'ascesa al Gran San Bernardo è interminabile. La prima metà non è affatto spettacolare; i paesaggi diventano interessanti solo nel finale. Fa molto caldo, e c'è parecchia umidità. Anziché scendere fino a Martigny, visto che scolliniamo poco prima delle sette, decidiamo di fermarci presso l'Albergo Italia. Cena ottima. Poi siccome non hanno la tv, ci spingiamo, a piedi, oltre il confine, che è 300 metri più in là, e assistiamo, a partire dal secondo tempo, alla sconfitta dell'Italia nella finale degli europei di calcio. La nottata sarà un po' agitata per tutti noi: dormire a quasi 2500 metri di quota fa uno strano effetto.

TAPPA N° 3 - Les Houches, km. 91,2 ***
La giornata è stata un po' uggiosa, con due piovaschi (e relative nostre pause al riparo) nella mattinata, e sempre molta foschia a privarci dei panorami. Siamo partiti dai 2473 metri di quota del Gran San Bernardo (1, 2, 3) avvolti nella nebbia, e nella nebbia abbiamo percorso gran parte della discesa verso Martigny. All'interno di una lunga galleria abbiamo visto un gregge di pecore fatto entrare in un ovile dalla collocazione davvero inusuale. Kafkiana, direi. Il Col de la Forclaz è deludente, e per giunta molto duro. Il Col des Montets è più piacevole, fra boschi. E' un vero peccato che da Chamonix non si riesca ad ammirare il Bianco come meriterebbe. Abbiamo l'impressione che in una giornata di sole lo spettacolo debba essere entusiasmante.

TAPPA N° 4 - Annecy, km. 91,4 ***½
Al momento di partire si è scatenato il diluvio. Primo ritardo. Dopo 12 km altro diluvio, e nostra sosta sotto un ponte. Secondo ritardo. Poi basta, però, il tempo si è assestato su livelli di decenza. Itinerario piacevole nella prima parte della giornata, in cui siamo passati da Megève, ma il meglio ce l'ha riservato il finale, con il lago di Annecy, e la città, definita la Venezia di Francia, con le belle case fiorite che si affacciano sui canali (1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 11). La sera, al ristorante, Gaetano ordina un tiramisù. Gli chiediamo com'è. Dice che è buono, ma che manca qualcosa, non sa bene cosa, ma... Dopo qualche minuto scoppia a ridere per conto suo. Ha scoperto che mancano i savoiardi (Annecy è in Savoia).

TAPPA N° 5 - Nantua, km. 81,1 **½
Abbiamo fatto una gran fatica a trovare l'uscita giusta, e dopo mezz'ora di vano girovagare... non ci siamo riusciti. Abbiamo imboccato una stradina collinare diversa da quella che avevamo in mente di fare, ma siamo stati abbastanza fortunati, perché abbiamo visto dei bei posti, ad esempio il borgo di Montrettier (1, 2, 3, 4), pur sopportando il peso di alcuni saliscendi particolarmente bizzosi. Il tempo era perfetto: sole e venticello fresco. Poi invece, avvicinandoci al Jura, abbiamo constatato che la zona era assai meno stimolante, e abbiamo deciso di tagliare una parte di itinerario, dirigendoci verso Nantua. Nantua è una cittadina abbastanza insignificante, che però ha un piccolo, grazioso lago (1, 2).

TAPPA N° 6 - Cluny, km. 124,3 ***
Percorso non disdicevole ma neppure entusiasmante fino alla graziosa Bourg-en-Bresse (1, 2, 3). Da qui siamo andati per riposanti (se non si tiene conto del gran vento contrario) strade di campagna, spesso tra vigneti, chiudendo con una salita, non severa, seguita da una breve discesa (1, 2) fino a Cluny. Visiteremo Cluny (1, 2) domani, alla luce del sole, se sole ci sarà: le previsioni sono pessime, e i francesi purtroppo ci prendono quasi sempre.

TAPPA N° 7 - Beaune, km. 103,1 ***
Stamane il tempo non era male, dopo che in nottata c'è stato un forte temporale. Abbiamo percorso una bella strada collinare ricca di fattorie a guisa di castello (1, 2, 3), e di bei villaggi antichi (Chapaize [1, 2, 3], Brancion [1, 2, 3, 4]). Chalon (1, 2, 3) a mio avviso non è così insignificante come farebbe pensare la guida verde del Touring. Forse non ci sono monumenti di grande valore artistico, ma l'insieme è vivace e piacevole. Un temporale ci coglie a una ventina di km dalla fine della tappa, ma dura poco e comunque riusciamo a trovare un buon riparo. Arriviamo un po' tardi, e per la prima volta si fa fatica a trovare una camera. (Beaune)

TAPPA N° 8 - Autun, km. 138,6 ***
Dal punto di vista turistico, pur avendo percorso quasi sempre strade molto gradevoli, il culmine della giornata era rappresentato senza alcun dubbio da Dijon (1, 2, 3, 4, 5, 6, 7), dove arriviamo all'ora di pranzo. Dijon ha soprattutto due bellissime chiese, la Cattedrale e Saint Michel. Intorno alla Cattedrale si dispiega un attraente quartiere antico, con edifici gotici e case a graticcio. Avremmo voluto far tappa a Bligny-sur-Ouche, ma non abbiamo trovato posto, così come ad Arnay-le-Duc, e quindi, dopo aver percorso quasi 50 km in più rispetto alle nostre intenzioni, siamo giunti ad Autun ad un'ora decisamente tarda (le nove passate). La qualità della cucina, fin qui, è invariabilmente ottima, anche se quasi sempre nutriamo un certo disappunto per le quantità, che vorremmo più cospicue. Come sempre, in Francia, ci si chiede perché con tutti questi campi di grano disdegnino a tal punto la pasta, almeno nei ristoranti (nelle case mi risulta che ne consumino molta). Si riscattano però col pane, che è sempre buonissimo. Invece alle grandi estensioni di vigneti corrisponde effettivamente una grande e varia offerta di vini. Peccato che io sia astemio. (Nella foto: Beaune)

TAPPA N° 9 - Châtillon-en-Bazois, km. 65,1 **
Pioggia, nient'altro che pioggia. Abbiamo sfidato, per quasi tutta la giornata, una costante, fitta doccia orizzontale, portata dal vento ostinatamente contrario a schiaffeggiarci con disprezzo. Verso le 13 ci siamo fermati in una locanda, per cambiarci i vestiti e per consumare una cioccolata calda. Dopo due ore siamo ripartiti, con le medesime condizioni meteorologiche, pensando unicamente a cercare un posto dove fermarci per la notte. Ad Autun c'è una bella cattedrale con un magnifico portale (1, 2). Altro non abbiamo visto, date le circostanze.

TAPPA N° 10 - Bourges, km. 107,4 ****
La cosa più bella alla fine, in serata: la Cattedrale di Bourges splendidamente illuminata. Stamattina abbiamo subìto rari piovaschi sui saliscendi fino a Nevers, per strade gradevoli fra belle campagne (1, 2, 3). A Nevers abbiamo fatto una sosta-pranzo sul piazzale da cui si possono ammirare la chiesa di St-Cyr (1, 2) e il Palazzo Ducale (1, 2). E poi via, controvento fino a Bourges. Negli ultimi venti km c'era una bufera di vento esattamente in senso contrario alla nostra direzione di marcia. Non se ne può più. Le mie borse si confermano inadattissime a fronteggiare questo tipo di situazione, e non riesco a superare i 15 kmh in pianura. Per fortuna la strada era molto bella, con le vaste campagne illuminate da un cielo spettacolare. Le previsioni meteo per domani sono angoscianti.

TAPPA N° 11 - Romorantin, km. 69 ***
Giornata piovosa fin dalla partenza. Ed è sotto la pioggia che abbiamo visitato Bourges (1, 2, 3, 4, 5, 6), splendida. L'abbiamo lasciata verso mezzogiorno, dopo aver atteso invano che il tempo migliorasse. Tutto l'itinerario si è risolto in una via crucis da una tettoia all'altra, in un allucinato osservare le gocciole di pioggia che si rincorrevano lungo i pannelli di plexiglass alle fermate degli autobus. Domani abbordiamo la zona dei castelli della Loira, e le previsioni sembrano concederci qualche speranza. A Bourges ho comprato un libro di Boris Vian, "Les morts ont tous la même peau", e l'ho cominciato stasera. La temperatura dopo cena raggiunge a stento i 10 gradi. E la chiamano estate...

TAPPA N° 12 - Montrichard, km. 96,2 ****½
Finalmente arriviamo ai tanti sospirati Castelli della Loira, in coincidenza con una giornata in gran parte soleggiata e fresca. Vediamo i castelli di Chambord (1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10), Blois (1, 2, 3, 4) e Chaumont (1, 2, 3, 4, 5, 6). Il primo, che è il più grande, e forse, assieme a quello di Chenonceaux, anche il più famoso, lo visitiamo con calma anche all'interno. Degli altri due, ci colpisce particolarmente l'ultimo, che è piccolo, ma è un vero gioiello, in splendida posizione su una collina che domina il fiume. Domani sarebbero previsti altri castelli,, ma dovremo fare i conti con una nuova perturbazione che quasi certamente rovinerà tutto.

TAPPA N° 13 - Tours, km. 55,4 ***½
La perturbazione annunciata non si è fatta attendere, anche se ha piovuto solo a tratti. E domani ne arriva un'altra, e dopodomani un'altra ancora. Sulle Alpi sta nevicando sopra i 1400 metri. In mattinata visitiamo lo splendido castello di Chenonceaux (1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9), quello sull'acqua. Quello di Amboise invece lo abbiamo visto solo dall'esterno, e così non ci ha fatto una grande impressione. A Tours (1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8) c'è un centro storico abbastanza carino, ma soprattutto una bella cattedrale. Negli ultimi giorni abbiamo fatto pochi chilometri, ma abbiamo continuato a cibarci come al solito. Altro che far calare la pancia.

TAPPA N° 14 - Chinon, km. 76,1 ***½
Questa mattina ancora pioggia gelida, ma dopo le 14 è quasi uscito il sole. Gran vento laterale-contrario nel finale. Un elogio alle mie borse: quando non c'è vento contrario si va tutti e tre tranquillamente sui 25 kmh. Non appena il vento si manifesta, i fratelli Chemello continuano con lo stesso passo, o quasi, e li vedo rapidamente rimpicciolirsi all'orizzonte. Il mio ritmo cala immediatamente del 40%. Ed è inutile tener duro: è tutta energia buttata... al vento. Oggi ancora castelli. Curiosamente, quando arriviamo in un posto da visitare, smette di piovere, per riprendere immancabilmente nel momento in cui ci rimettiamo in marcia. Fra le località più interessanti, ricorderemo Luynes (1, 2, 3, 4), Langeais (1, 2, 3, 4, 5), dove incontriamo un gruppo di turisti italiani che ci parlano assai bene della Bretagna e della Normandia, Azay-le-Rideau, Ussé (1, 2, 3), per finire con Chinon (1, 2, 3, 4, 5), dove si fa tappa.

TAPPA N° 15 - Angers, km. 90,2 ***½
Ultimo giorno in compagnia. Domani mattina Gianni e Gaetano prenderanno il treno per tornare a casa. La nostra intenzione era quella di arrivare insieme fino a Nantes, ma l'accorciamento di diverse tappe a causa del maltempo ci ha costretti ad arretrare la nostra meta comune. Oggi siamo tornati ad avere un tempo decente: non ha mai piovuto e c'è stato spesso un bel sole, anche se le temperature restano clamorosamente basse. Abbiamo visitato a lungo l'Abbazia di Fontevraud (1, 2, 3, 4), dopo aver attraversato grandi campi di girasoli (1, 2, 3) e silenziose strade nel bosco. Pausa-pranzo a Saumur, dove c'è un bel castello in posizione scenografica (1, 2, 3). Più tardi, mentre cercavamo dei menhir (ne abbiamo trovati due), abbiamo visto un capriolo, da una distanza piuttosto ravvicinata. Stasera nella bella Angers (1, 2, 3, 4) cena di commiato a base di paella valenciana (per Gaetano e per me, Gianni ha un rapporto conflittuale col pesce), ottima. (Cunault)

TAPPA N° 16 - Poitiers, km. 140,8 ***
Primo giorno da solo. E primo giorno, anche, col vento a favore. In mattinata, cielo velato e temperatura fresca, in partenza sui 12°: mi sono liberato del k-way solo verso le due del pomeriggio. Poco dopo la partenza ho visto un leprotto, e successivamente, in una riserva recintata, un gruppo di caprioli. In tutta questa zona ci sono belle campagne. Notevoli i castelli di Brissac e di Montreuil (1, 2, 3, 4, 5, 6), e a Poitiers, la chiesa di Notre-Dame (1, 2, 3, 4, 5, 6). E' passato il Tour de France, e di questo evento restano tracce evidenti.

TAPPA N° 17 - Limoges, km. 130 **
Giornata di sole pieno. A parte la bellissima abbazia-villaggio di Nouaillé (1, 2, 3, 4, 5, 6, 7), il resto è stato un lungo saliscendi senza veri motivi di interesse. Nei primi 60 km ho percorso strade secondarie, felicemente prive di traffico, e infelicemente avare di possibilità di rifornimento; poi, su strada statale, l'esatto contrario (foto).

TAPPA N° 18 - Naves, km. 92,3 **
Breve visita alla cattedrale di Limoges (1, 2), poi via alla disperata ricerca di una via d'uscita nella giusta direzione. Col passare del tempo, uscire dalle città in bici diventa sempre più difficile. Ho lasciato Limoges quando erano già le dieci. I paesaggi sono stati per tutta la giornata quasi ininterrottamente noiosi. Interessante solo la cittadina di Uzerche. Il tempo sembra essersi stabilizzato: caldo secco anche oggi.

TAPPA N° 19 - Aurillac, km. 94 **
Un'altra giornata interlocutoria. Tracciato con molti saliscendi in un percorso simile a quelli appenninici, tra boschi, senza alcun panorama attraente. Qualche pallido motivo d'interesse l'hanno offerto i paesi di Laguenne e Argentat (1, 2, 3). Stamattina, mentre stavo pagando l'hotel, è entrato al bar un tipo, che immediatamente è corso fuori di nuovo, in apparenza allo scopo di inseguire qualcuno. L'albergatore ed io ci siamo affacciati per capire: l'inseguitore e il presunto inseguito erano in realtà arrivati lì sulla stessa auto, ed ora la stavano rincorrendo giù per la discesa, avendo dimenticato di inserire il freno a mano. "Non c'era bisogno di affannarsi, tanto si sarebbe fermata da sola proprio davanti alla stazione", ha commentato, divertitissimo, l'albergatore. Si vede che era già successo altre volte.

TAPPA N° 20 - Égliseneuve, km. 99,6 **½
Una cosa che non manca quasi mai, nei centri abitati della Francia, grandi o piccoli che siano, è, in bella evidenza, un negozio di pompe funebri. Ma non nella zona del cimitero, come accade da noi, bensì in pieno centro, fra una profumeria e una pasticceria, fra una sartoria e una libreria. Égliseneuve, che è un centro molto piccolo, non fa eccezione. Anche oggi caldo secco. Le strade francesi non sono mai quello che sembra sulla carta. Anche oggi molta più salita del previsto, dal momento che gallerie e viadotti, al di fuori delle autostrade, sono una chimera. La regione dei Puys (1, 2, 3, 4) non è affatto sgradevole, ma mi aspettavo molto di più. Non male comunque la zona del passo di Peyrolle (1589 m slm). Stasera la cucina è di grandissimo livello.

TAPPA N° 21 - Pont-de-Dore, km. 110,5 **
Ancora, purtroppo, una giornata deludente. Per raggiungere Clermont-Ferrand (1, 2, 3), stamane, ho dovuto affrontare una serie interminabile di saliscendi controvento. A Clermont ho avuto un momento di noia e di insofferenza tale, che se non sapessi quali problemi comporta il viaggiare in treno con la bici al seguito avrei raggiunto subito la vicina stazione. In città, oltre alla Cattedrale nera, costruita con materiale lavico (è incredibile come riesca ad inghiottire tutta la luce: benché ci fosse il sole, ho dovuto scattare le foto a tutta apertura), non c'è praticamente nulla d'interessante. Assai deludente il borgo di Montferrand, un sobborgo di Clermont-Ferrand esaltatissimo dalla guida del TCI per ragioni che mi sfuggono completamente. Quando mi sono riavviato verso est, spirava un forte vento contrario. Deprimente. E per concludere degnamente, la cena, per la prima volta in Francia, è molto mediocre. Ho voluto provare le andouillettes, che in un libro di Simenon vengono descritte come uno dei piatti preferiti di Maigret, e mi è sembrato di mangiare dei trucioli avvolti in una guaina di gomma. Sono sicuro che si possono cucinare meglio di così.

TAPPA N° 22 - Saint-Chamond, km. 121,6 **½
Oggi qualcosina son riuscito a vederla. I paesaggi, anche se non particolarmente interessanti, quantomeno non erano sgradevoli. Nel secondo pomeriggio caldo un po' afoso, e il solito vento contrario. Da ricordare Thiers, la città dei coltelli (quasi tutti qui fabbricano coltelli), e Boèn, con una villa costruita da mano italiana. Stasera cucina fantastica con chicca finale: un gelato servito su un vassoio a forma di tavolozza, con nove piccole conche circolari riempite ciascuna con una pallina di un gusto diverso, e due conche ovali un po' più grandi in mezzo, una con la panna montata e l'altra con dello sciroppo di amarena.

TAPPA N° 23 - Les Echelles, km. 128 **½
Vienne (1, 2, 3, 4) è una bella cittadina con notevoli resti romani, tra cui, soprattutto, un tempio simile a quello di Nîmes, e con una sontuosa cattedrale. Il percorso di oggi era sorprendentemente povero di saliscendi, se si esclude il finale. La tappa doveva concludersi un po' prima, ma ho trovato una serie di alberghi tutti chiusi per turno (ma non potevano mettersi d'accordo per non chiudere tutti la domenica?), e nel frattempo si è messo a piovere. Ho fatto tappa in un albergo isolato, a 4 km da Les Echelles. Stamattina mi son fermato a chiacchierare un po' con una "colonia" di vecchi siciliani, abitanti in gran numero e da molti anni nella cittadina di Rive-de-Gier. Il tempo si è di nuovo guastato, e dovrò accorciare il finale di giro.

TAPPA N° 24 - Saint-Jean-de-Maurienne, km. 100,8 **
Partenza sotto la pioggia, sempre più intensa. Appena dopo Chambéry, dove mi sono fermato per indossare qualcosa di asciutto - erano le 11 - mi son dovuto fermare per un'ora perché era in corso un diluvio epocale. Poi c'è stata una sorprendente schiarita almeno parziale, e ne ho approfittato per mangiare quanti più km potessi, puntando su Saint-Jean. A 7 km dalla fine si è scatenata una breve ma chiassosa grandinata. A Saint-Jean c'è una cattedrale con un bel chiostro (1, 2, 3), e un vento che si porta via tutto.

TAPPA N° 25 - Susa, km. 97,9 ***½
Tutto sommato è stata la giornata migliore fra quelle della seconda parte del giro. Tutta la strada del Moncenisio (1, 2, 3, 4, 5, 6) è sorprendentemente bella. Spettacolari soprattutto il forte che si incontra un po' prima di Lanslebourg, e il lago del Moncenisio (1, 2, 3, 4, 5). L'ultima salita ha pendenze severe nella sua parte centrale, ma nel complesso non è una scalata particolarmente ardua. C'è stato un bel sole fino all'attacco del passo, poi si è rannuvolato in breve tempo, e ha piovuto fitto negli ultimi 2 km. Ho aspettato che cessasse (foto), e sono ripartito nella nebbia fitta. Susa ha bei monumenti, ma mi pare un po' triste. Forse è anche colpa del tempo uggioso.

TAPPA N° 26 - Milano, km. 195,4 **
Con una placida galoppata in pianura (Sacra di S. Michele), passando per Torino, arrivo a casa alle 17,20, appena in tempo per portare dei fiori a mia madre per il suo onomastico. Ho percorso 2733,6 km alla media giornaliera di 105,1. Il dislivello dovrebbe aver raggiunto i 16000 metri. Un viaggio con una bella andata e un mediocre ritorno, nel complesso decisamente troppo piovoso.

 

 

 

 

 

 

 

 

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