Rispettando un'alternanza ormai tradizionale,
quest'anno non parto da solo. Non c'è però Gianni, fermato
da impegni di lavoro, e quindi siamo in due. Con l'acquisizione della
Bianchi Spillo, già dal 2000, ho passato la borsetta con la macchina
fotografica dal manubrio alla borsa centrale posteriore, alla quale
è agganciata con dei moschettoni metallici trattenuti da molle,
per attutire le vibrazioni.
TAPPA N° 1 - Varzi, km. 113,4 **½
Giornata soleggiata e asciutta, non troppo calda. Ho rivisto con piacere
la Certosa di Pavia (1,
2),
e abbiamo poi fatto una passeggiata per Pavia. Da qui siamo andati a
Voghera, che non è nulla di sconvolgente, ma ha una bella piazza
del duomo. Anziché percorrere la statale del Penice per poi salire
a Sant'Alberto di Butrio, abbiamo optato per una sinuosa stradina collinare,
molto impegnativa ma bella. C'era la possibilità di ricongiungersi
con la salita di Sant'Alberto senza scendere a valle, superando una
cresta, che però sul momento ci è sembrata così
aguzza che abbiamo preferito rinunciare. Siamo scesi sulla statale e
abbiamo raggiunto tranquillamente Varzi, senza affanni, e, una volta
tanto, senza il mio solito mal di stomaco. Ricorderemo Varzi, fra le
altre cose, per la sua bella strada
coperta, e per le donne che "spolverano" i salami sulla
strada. Prendiamo possesso della camera solo dopo le 21, perché
dobbiamo attendere la partenza di un gruppo di cicloturisti tedeschi.
TAPPA N° 2 - Bardi, km. 89,9 **
Stamattina ci ha svegliati il fragore del tuono. Abbiamo aspettato un
po' che smettesse di piovere, ma a un certo momento siamo dovuti partire.
La pioggia comunque è durata lo spazio di pochi km, e ha gradualmente
lasciato il campo a un bel sole. La tappa è stata abbastanza
impegnativa, con tre salite lunghe - i passi del Brallo, del Mercatello
e delle Pianazze - e una più breve poco prima di Marsaglia. Si
tratta dei soliti passi appenninici che dopo un po' annoiano, anche
se i posti in assoluto non sono brutti. Abbiamo seguito la finale dei
Mondiali di calcio per radio, sul passo del Mercatello. Ci siamo fermati
a circa 6 km da Bardi.
TAPPA N° 3 - Sarzana, km. 117,5 ***
Da subito paesaggi non eclatanti, a parte il piacevole ma a me già
noto Passo del Brattello (la strada è ancora chiusa, ma al nostro
passaggio sul punto della frana abbiamo visto un po' di gente, compresi
giornalisti e operatori televisivi, che aveva tutta l'aria di inaugurare
qualcosa). Lungo la Cisa abbiamo poi avuto la gradita sorpresa del bel
centro storico di Pontremoli (1,
2, 3,
4, 5),
che nelle altre occasioni avevo sempre disinvoltamente ignorato. Grazioso
anche il borgo medievale di Mulazzo,
in cima a una collina alquanto aguzza, e parimenti affascinante il borgo
fortificato di Filetto (1,
2), che invece
è sul fondo valle e si raggiunge con una breve deviazione in
falsopiano. Gli ultimi trafficatissimi chilometri di Cisa ci hanno portato
a Sarzana, che vanta belle case policrome tipicamente liguri nell'ampia
piazza principale,
e un castello
non banale.
TAPPA N° 4 - Castelnuovo Garfagnana, km.
71,1 **
Il progetto originario prevedeva la salita a Campo Cecina e poi eventualmente
il Parco dell'Orecchiella, ma un po' i dubbi sulle qualità estetiche
dei luoghi, un po' la visibilità modesta ci hanno indotto a salire
sulle Apuane da Marina di Massa fino al Passo del Vestito (1100 m slm),
per una strada che avevo già fatto nel 1993 con condizioni di
luce e di visibilità assai migliori. Poi, invece di imboccare
la galleria del Cipollaio, siamo scesi direttamente a Castelnuovo Garfagnana
passando per Isolasanta (1,
2).
TAPPA N° 5 - Pescia, km. 78,6 **½
Dopo aver deciso in partenza di eliminare il giro Gallicano-Vallico,
giunti infine a Pescia abbiamo rinunciato anche all'itinerario nella
cosiddetta "Svizzera Pesciatina", che vista dal basso sembrava
poco svizzera e molto calda. Pescia
invece è una cittadina assai graziosa. Abbiamo visto e molto
apprezzato la Pieve di Gallicano
e quella di Villa Basilica (1,
2),
quest'ultima posta al culmine dell'unica, peraltro facile salita della
giornata. Rivisto con piacere anche il Ponte del Diavolo, o della Maddalena,
a Borgo a Mozzano (1,
2).
Stasera ristoratore simpaticissimo, e cucina eccellente. Oggi faceva
un po' più caldo rispetto ai giorni scorsi, ma niente di insopportabile.
TAPPA N° 6 - Empoli, km. 60,6 **½
Ancora una tappa breve, e per giunta ulteriormente accorciata rispetto
al programma. Ciclisticamente, s'è trattato di superare numerose
salitelle, brevi ma molto dure, per raggiungere i vari borghi, Montevettolini,
Buggiano, Larciano,
Vinci, sempre in mezzo agli ulivi. Non tutti questi paesini hanno pienamente
soddisfatto le nostre aspettative. Abbiamo tagliato la parte finale,
che doveva portarci a Capraia, perché i paesaggi si prospettavano
molto simili a quelli già visti per tutta la giornata, e non
era ben chiaro quanta salita dovessimo ancora affrontare. A Empoli (1,
2) abbiamo camminato
per ore alla ricerca di una pizzeria, che alla fine abbiamo trovato,
ma tornando verso l'albergo ci siamo accorti che a due passi c'era un
ristorante aperto che avevamo completamente ignorato, distratti da chissà
cosa. Nel tardo pomeriggio, fra Lamporecchio
e Empoli, abbiamo incrociato Andrea Tafi in bici. Ci ha salutati prima
lui!
TAPPA N° 7 - Poggibonsi, km. 94,4 ****½
Giornata splendida. Se si escludono i primi chilometri, abbiamo percorso
soltanto strade bellissime, fra le viti e gli ulivi. Non sono mancate
le salite dure, anche se di breve durata, ma quando si è immersi
nelle bellezze della natura la fatica non esiste. Fra le cose migliori,
ricorderemo il borgo di Montefioralle (1,
2, 3,
4) e la
Via delle Volte (1,
2,
3)
a Castellina in Chianti. Come sempre da queste parti, caldo secco e
vento fresco. Gaetano ha rotto un raggio della ruota posteriore poco
prima di Greve, paese in cui gli è stato tempestivamente riparato
il guasto. Nella lunga piazza di Greve, abbiamo visto i primi due cicloturisti
di quest'anno. Dopo Tafi, Francesco Casagrande: l'abbiamo incrociato
dalle parti di Montelupo. Lui era troppo concentrato nel suo allenamento
per poterci notare.
TAPPA N° 8 - Sassofortino, km. 95,6 ***½
Giornata controversa: alcuni posti splendidi, anche se già visti
(Colle Val d'Elsa [1,
2,
3, 4],
San Galgano [1,
2, 3,
4,
5, 6,
7, 8,
9]), altri
noiosi. Nella parte finale, sulle Colline Metallifere, non s'è
vista traccia dei cumuli di detriti delle estrazioni di cui avevo sentito
parlare, ma la strada è carina. Più deludente invece la
strada che da Colle Val d'Elsa, passando da Casole e Mensano conduce
a San Galgano, per poi sfilare ai piedi di Chiusdino (1,
2). Dopo Mensano
vengo colto da insoliti crampi allo stomaco, sopiti solo da un bel paninone
consumato in un bar di una località senza nome in cima a un piccolo
colle poco prima di Frosini. Giornata prevalentemente soleggiata, con
una mera minaccia di temporale dalle parti di San Galgano.
TAPPA N° 9 - Magliano in Toscana, km. 104,4
***
Belle le colline maremmane che da Roccastrada scendono dolcemente (1,
2) fino
a Grosseto (1,
2). Un po' deludente
invece, a parte alcuni passaggi nel bosco, la strada che attraversa
il Parco dell'Uccellina. Se non altro arrivati al mare ci concediamo
una succulenta fettona di cocomero. Abbiamo percorso alcuni odiosissimi
chilometri sull'Aurelia, in un tratto piuttosto stretto e ciononostante
solcato da bolidi impazziti. Apprezzabile Magliano, che oltre alla vista
di belle case antiche ci offre una eccellente cucina (1,
2).
TAPPA N° 10 - Manciano, km. 118,3 ***
Prima giornata di gran caldo, e di conseguenza prima giornata di grande
sete. Nella prima parte dell'itinerario visitiamo le solitarie rovine
di San Bruzio,
un po' difficili da trovare perché male indicate. Abbiamo in
programma il giro completo dell'Argentario (1,
2), ma ci
accontentiamo di una sua parte, non azzardandoci ad affrontare un tratto
sterrato di 4 km in cattive condizioni. Tuttavia, ciò che vediamo,
che non è poco, suscita la nostra ammirazione. Il clima è
ideale per apprezzare questi panorami. Lasciamo l'Argentario attraverso
l'istmo boscoso detto Tombolo di Feniglia (1,
2), che offre
un meritato riposo ai nostri occhi provati dalla luce accecante di poc'anzi.
Il raggiungimento dell'ultima meta odierna risulta un po' laborioso,
per strade collinari dapprima bollenti, e poi battute da un forte vento.
Manciano sembrerebbe una bella cittadina, ma noi ci siamo fermati in
periferia e domani saremmo intenzionati a ripartire dalla parte opposta.
TAPPA N° 11 - Acquapendente, km. 61,4 *****
Tappa in cui si è pedalato poco, ma che ci ha fatto vedere tante
belle cose. Ho rivisto i borghi di Pitigliano (1,
2, 3,
4, 5,
6, 7,
8,
9, 10,
11, 12,
13, 14,
15, 16,
17), Sovana
(1,
2, 3) e Sorano
(1, 2,
3, 4,
5, 6,
7, 8,
9, 10, 11,
12,
13, 14, 15,
16, 17,
18) con immenso
piacere. Oggi ha fatto meno caldo, e sono cadute perfino alcune sporadiche
gocce di pioggia al nostro ingresso
nel Lazio.
TAPPA N° 12 - Chiusi, km. 79,5 ***
Giornata fra le più calde di quest'anno. Siamo saliti a Radicofani
(1, 2),
indugiandovi a lungo. Bellissimi i paesaggi lungo la strada che abbiamo
percorso in seguito (1,
2, 3,
4, 5,
6). Dal momento
che il caldo era sempre più opprimente, e non c'era modo di trovare
acqua, abbiamo prudentemente rinunciato a una parte dell'itinerario
previsto, ripiegando su Chianciano, e quindi dirigendoci verso Sarteano,
che abbiamo visto un po' di sfuggita. Siamo infine scesi a Chiusi, nella
zona della stazione ferroviaria.
TAPPA N° 13 - Todi, km. 92,9 ****½
Orvieto (1, 2,
3,
4, 5,
6, 7,
8, 9,
10, 11,
12, 13, 14,
15, 16)
ha degli angoletti che nelle mie due precedenti visite alla città
mi erano sfuggiti. In particolare nel quartiere medievale. Quello che
invece non cambia mai è la piena visibilità della facciata
del Duomo: anche questa volta, impalcature e lavori in corso, e così
non riesco mai ad ammirare nella sua completezza una delle più
belle facciate che siano mai state create. Stamattina il clima era gradevole,
e la strada del Valico di Montenibbio che abbiamo percorso ad un passo
tranquillo è deliziosa. Dopo mezzogiorno il sole è diventato
implacabile, sicché stasera siamo assetatissimi: dopo aver bevuto
tre litri d'acqua a tavola, ne abbiamo aggiunto un altro in albergo
prima di salire in camera. Abbiamo raggiunto Todi per la strada che
costeggia il Lago di Corbara. Anche Todi (1,
2, 3,
4, 5, 6),
si sa, è molto bella. Peccato per quell'assurda pendenza da un
ingresso all'altro del viale principale.
TAPPA N° 14 - Foligno, km. 71,3 ***
Una giornata ancora più calda. Gradevolissima la strada fra Todi
e Montefalco, fra bei campi, con molti girasoli (1,
2,
3, 4).
Montefalco (1,
2, 3),
come ricordavo dall'87, non mi offre le emozioni di altri borghi famosi
dell'Umbria. E tantomeno Trevi,
che, promettentissima qualora la si osservi dal basso, ovvero dalla
Flaminia, tanto da indurre l'improvvido viandante a sfidare il caldo
sahariano pur di salire fino in cima, appare, una volta che vi siete
entrati, un sito piuttosto ordinario. In discesa il vento bollente fa
impressione. Per dare un'idea, alle 18 a Foligno ci sono 36 gradi. A
Foligno (1,
2, 3,
4) compiamo una piacevole passeggiata in attesa che venga l'ora
di cena, e intanto ci chiediamo se il viaggio ci abbia resi contenti.
Gaetano, infatti, come previsto domani mattina prende il treno per tornare
a casa. Fin qui abbiamo percorso 1249 km.
TAPPA N° 15 - Piegaro, km. 84,7 ****
Stamattina, dopo aver salutato Gaetano davanti alla stazione, visto
che Spello è sulla strada per Assisi, ho deciso di farci una
passeggiata, nelle condizioni ideali: le 8 e mezza di sabato mattina.
Bella luce, ancora nessun turista alle viste. Spello (1,
2, 3, 4,
5), come già sapevo, è stupenda. Altrettanto bella
è Assisi (1,
2, 3, 4,
5, 6),
ma la folla di turisti è talmente densa che è difficile
apprezzare completamente tale splendore. Ero stato ad Assisi anni fa
a febbraio, e mi aveva ben altrimenti impressionato. Tornando all'attualità,
la temperatura si fa piuttosto elevata, ma poi sulla strada che porta
a sfiorare Bettona e ad entrare nella statale 220 verso Città
della Pieve, il cielo si copre gradualmente, e attorno a me si scatenano
diversi temporali. Li schivo tutti, e mi rifugio, sano, salvo e asciutto,
in un albergo nei pressi di Piegaro, il cui proprietario si lamenta
perché, a suo avviso per colpa dell'inquinamento, piove dappertutto
meno che lì.
TAPPA N° 16 - Arezzo, km. 87,8 ***½
Giornata assai fortunata: circondato da temporali per tutto il percorso,
non ho praticamente preso una goccia. Mi sono fermato due volte a bere,
ed entrambe le volte si è messo a piovere. La seconda non me
ne sarei neanche accorto, se non fosse stato per la strada improvvisamente
bagnata. Poi stasera sono andato in pizzeria, e quando mi sono recato
alla cassa, con una banconota da 50 euro, la signora mi ha risposto
che non aveva il cambio. Ho tirato fuori tutte le monetine che avevo,
e lei ha aperto una mano e mi ha detto: "Metta qui, senza guardare".
Io avevo già guardato; a malapena arrivavo a un euro. Mi sono
proposto di saldare il debito la prossima volta che torno ad Arezzo
(1,
2, 3, 4).
Potrebbe capitare presto, perché è una bella città,
come anche Città della Pieve (1,
2,
3),
e la strada (1,
2) che
le collega. (foto)
TAPPA N° 17 - Forlì, km. 159,9 **
Volevo arrivare fino a Imola, per provare a essere a casa entro domani
sera, ma non è stato possibile, perché dalla partenza
fino all'una non ha fatto che diluviare. Poi lungo la discesa del Muraglione
ho praticamente esaurito i blocchetti dei freni, e non ho i ricambi;
dopo alcuni km la discesa ha smesso di essere tale, e mi sono sentito
prender dentro un contesto di montagne russe che mal si conciliava col
mio progetto di macinare quanta più strada possibile. A un chilometro
dall'arrivo, infine, il freno posteriore si è definitivamente
rotto. Se domani trovo un meccanico sulla strada lo faccio riparare,
altrimenti pazienza. Tanto fino a casa c'è solo pianura. Spero
che il tempo migliori: mi dicono che a Milano ha piovuto ininterrottamente
per tutta la giornata. Il Passo del Muraglione è una bella strada,
paesaggisticamente. La parte impegnativa comincia a 9 km dalla vetta
e termina in prossimità dell'ultimo km.
TAPPA N° 18 - Parma, km. 162,2 *
Al mattino si rompe anche il freno anteriore. A Bologna trovare un meccanico
è un'odissea. Un gentilissimo ciclista di mezz'età mi
accompagna dove ce n'è uno, "fra i pochissimi che ci sono
rimasti, qui a Bologna". Si è però assentato, e la
bottega è chiusa. Dopo quasi un'ora finalmente compare, fa un
po' di storie perché dice che ha troppo da fare (dicono sempre
tutti così, è una regola, fanno i preziosi, ma poi cedono
sempre, perché chi ha a che fare con le biciclette in fondo è
per forza un buono), poi mette la bici sul cavalletto, ma si rende conto
di non avere i ricambi adatti. Sistema i freni in modalità provvisoria,
giusto per permettermi di arrivare fino a casa senza schiantarmi, e
io finalmente posso ripartire. Prima di riuscire a ritrovare la via
Emilia, affronto un'altra odissea. Il vento, contrario, è sempre
più forte. Verso le due e mezza cominciano i temporali. Giunto
in prossimità di Parma, bagnato come un pulcino (adotto l'espressione
anche se in realtà io ho quasi sempre visto pulcini asciutti),
telefono a casa e chiedo com'è il tempo. Brutto. Mio padre si
offre di venirmi a prendere in macchina. Declino. Riparto: altro temporale.
Altra telefonata: mio padre si offre di nuovo, e questa volta accetto.
Ci diamo appuntamento davanti alla stazione di Parma. Sull'autostrada,
al ritorno, piove così forte, e la visibilità è
così scarsa, che dobbiamo metterci in due con gli occhi sgranati
per riuscire a mettere insieme un'intuizione riguardo alla traccia da
seguire.
Ho percorso complessivamente 1743,3 km, meno di 97 al giorno, con un
dislivello totale di 15000 metri. Il bilancio, sotto l'aspetto turistico,
è più che positivo.