TAPPA 1 : MILANO - CASTELL'ARQUATO

 

 

133,8 km - Dislivello: 200 metri - Gradimento: ***

 

Alle 7,45, con il passaggio obbligato davanti all'edicola sotto casa, una sorta di rito propiziatorio, inizia l'avventura. Il cielo è molto velato, e c'è vento, fresco (bene) ma contrario (male). Dopo aver attraversato una Milano che si sta ancora pigramente stiracchiando - si sa, è sabato - imbocchiamo la stradina che s'inoltra flessuosa fra i campi, per nostra fortuna risparmiata dal traffico (ma si provi a percorrerla di lunedì), fino a condurci davanti all'Abbazia cistercense di Chiaravalle Milanese (1, 2). Naturalmente la conoscevo già, e ci avevo portato una volta anche Gaetano, ma rinnovare il ricordo di un luogo così bello non è mai disdicevole. Purtroppo stanno dicendo messa, sicché è giusto - oltreché raccomandato da un cartello - non disturbare. Ammiriamo da lontano lo splendido coro. Nel lasciare il sito, osserviamo la bella torre, che in dialetto è chiamata ciribiciaccola, con tutti i suoi ciribiciaccolin.

 

 

 

 

 

 

 

 

E subito dopo cominciano i problemi: sbagliamo strada, entrando nel paese di Poasco mentre invece avremmo dovuto svoltare prima a sinistra. Certo che se questo celebratissimo itinerario delle Abbazie milanesi fosse anche segnalato con qualche cartello... Si torna sui nostri passi non senza aver pagato a mo' di dazio un paio di km inutili. A Civiasco siamo costretti a percorrere un breve tratto di strada contromano per arrivare all'Abbazia di Viboldone (3, 4, 5, 6). Bellissimo complesso, magicamente isolato dalla matassa di stradine, stradoni, svincoli, bretelle che lo avvolge mantenendosene però a rispettosa distanza. Gaetano approfitta della quiete per togliere circa mezzo chilo (forse qualcosa meno) di sassolini conficcatisi nei suoi pneumatici in seguito al recente passaggio su un pezzo di strada di fresca asfaltatura. Lui ha una mtb, e quindi gomme più larghe. Le mie gommucce snelle se la sono cavata assai meglio, e posso spendere il medesimo tempo passeggiando, fotografando, e mangiando un po' di frutta portata da casa.

Voltata questa pagina non commettiamo altri errori di percorso, benché l'offerta in tal senso sia vasta e allettante, ma dobbiamo accettare di condividere la carreggiata con qualche mezzo a motore in più; giungiamo a Lodivecchio, nella cui periferia, fra verdissimi campi, si erge la basilica di San Bassiano. Bella vista da fuori, e l'interno chissà. E' la terza volta che ci capito, ad orari sempre diversi, e la trovo sempre chiusa. A pochi km c'è Lodi. L'obbiettivo principale nel neo-capoluogo di provincia è la visita dell'Incoronata. Ma l'orario non è propizio: ha appena chiuso, e dovremmo aspettare un paio d'ore per poter ammirare quel gioiello. Ci si accontenta della curiosa facciata a vento della chiesa di San Francesco (7).

E ora si va verso Cremona, passando per Turano Lodigiano, dove nel Palazzo Calderari (8) si celebra una festa nuziale, e Castiglione d'Adda, col suo castello dall'apparenza nel complesso fatiscente, ma con gustose decorazioni (9, 10). Fra queste due località si può percorrere (e noi lo facciamo) una freschissima e levigata pista ciclabile, che ci offre la possibilità di osservare uccelli rari, fra cui un esemplare di quello che secondo Gaetano potrebbe essere un airone cenerino. L'identificazione è quantomeno incerta, ma posso scommettere di non aver mai scorto simile pennuto in Piazza del Duomo a Milano o in altri luoghi parimenti affollati.

Dopo Castiglione, avendo troppo presunto dal senso dell'orientamento del mio compagno di viaggio (io non ne ho alcuno e quindi non interferisco), ci immettiamo sulla strada che va a Codogno, anziché su quella che passando per Pizzighettone doveva condurci a Cremona. Siamo quasi a metà pomeriggio, abbiamo già percorso 25 km in più rispetto al programma (chissà come). Beh, insomma, io conosco già sia Cremona che Piacenza, Gaetano non conosce né l'una né l'altra; perché non recarci a Piacenza, in modo da instradarci già felicemente alla volta di Castell'Arquato, che abbiamo eletto quale meta della nostra gita odierna? A Piacenza sostiamo un po' sulla piazza principale, indugiando volentieri sotto i portici del Gotico. E poi, dopo tanta pianura, finalmente si comincia a salire: passando per Carpaneto Piacentino, dove ci fermeremmo per la notte se solo ci fosse un albergo, e per Vigolo Marchese, con la sua bellissima Abbazia (11, 12), arriviamo a Castell'Arquato, ove ci dirigiamo immediatamente verso la sua parte alta. Le pendenze dell'ultimo km sono considerevoli, ed è tutta fatica sprecata, perché gli alberghi sono in basso. Così noi entriamo in città dall'alto e poi scendiamo coi freni tirati al massimo verso la piazza dove giace l'albergo che ci ospita per la notte, l'Hotel San Giorgio, dove pure ceniamo con soddisfazione (chicche al ragù di selvaggina).


ChiaravalleChiaravalleViboldoneViboldoneViboldoneViboldoneLodiTurano LodigianoCastiglione d'Adda
Castiglione d'AddaVigolo MarcheseVigolo Marchese

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