In un gioco dell'alternanza che ormai si va
facendo costante, quest'anno ho scelto di viaggiare in Italia, e in
compagnia di Gaetano Chemello limitatamente ai primi 14 giorni.
Ci sono rilevanti novità nell'equipaggiamento.
La bici è sempre la stessa fida Bianchi Spillo K55 amaranto (come
l'omocroma Topolino; perché la Bianchi ha abolito l'amaranto
dalla gamma dei nuovi modelli? Forse perché ne hanno venduta
una sola, la mia?). Ma ho delle nuove borse, su cui ha apposto il suo
marchio la Longoni. Sono ottimamente progettate: spaziose, con tantissime
tasche, abbastanza facili da montare, molto facili da smontare, aerodinamiche.
La fattura però è deficitaria: ho dovuto lamentare, e
rammendare, due lacerazioni in prossimità degli attacchi dei
nastri che servono per portare il bauletto, nonché risolvere
un problema con la cerniera lampo sempre del bauletto. E' vero, le ho
pagate pochissimo, ma solo perché la Longoni le vendeva con il
70% di sconto nella campagna di saldi del luglio-agosto dello scorso
anno.
Ho poi un nuovo corredo fotografico: una borsa
della Lowepro compatta, robustissima, impermeabile all'acqua e al calore
e con milioni di tasche, contenente la mia ormai collaudatissima Nikon
F70, e una serie di 5 ottiche fisse, cosicché la parte fotografica
del mio bagaglio rappresenta un terzo dell'intero peso. Sono riuscito
a ridurre il peso complessivo delle borse dai 18-23 kg degli anni scorsi
agli 11 e mezzo di quest'anno. Cosa comporti tale differenza è
molto semplice da spiegare: fino all'anno scorso ero io a dovermi portare
appresso la bicicletta, ora è lei che porta a spasso me, a patto
che io pedali, naturalmente. Ho cambiato anche i copertoni: sempre Vittoria,
ma più stretti (28 anziché 32). Si sono rivelati eccellenti:
grazie anche al minor peso delle borse, si sono consumati pochissimo.
Altra novità: un altimetro da polso
della Oregon Scientific. Si basa sulla rilevazione delle variazioni
di pressione, e quindi non è preciso come quelli che comunicano
con i satelliti, ma fa egregiamente il suo lavoro: mi ha permesso di
stabilire con buona accuratezza i dislivelli delle singole tappe, e
in salita è assai consolante, perché mi dice quanto devo
ancora arrampicarmi, e vedere i numerini che cambiano rapidamente è
molto più incoraggiante che non supplicare il contachilometri
affinché si dia una mossa, quando le velocità sono ridotte.
Va anche detto che grazie al minor peso dei bagagli, unito al minor
peso corporeo del sottoscritto - che durante l'inverno ha deciso di
fare il bravo per evitare di scontare gli stravizi gastronomici sui
pendii arroventati dal sole - la mia andatura in salita è aumentata
di un buon 20%.
Dirò subito che complessivamente questo
Ciclogiro Clodiano mi è parso uno dei più riusciti. Mi
sono divertito: ho pedalato con molta allegria, senza mai soffrire,
ho visto, e non di rado rivisto luoghi bellissimi, e non ho mai avuto
l'impressione, nemmeno per un momento, che se fossi rimasto a casa sarei
stato più contento. Ho quasi sempre mangiato splendidamente.
Se dovessi cercare qualcosa di cui lagnarmi, lo troverei facilmente
nei prezzi degli alberghi e dei ristoranti, che sono cresciuti vistosamente,
e nel traffico, soprattutto quello dei mezzi pesanti, che si è
intensificato.
Debbo altresì notare, con molto rammarico,
che dopo il lancio della patente a punti, che aveva portato a una riduzione
degli incidenti e a una maggiore disciplina nella guida, chi dovrebbe
controllare si è dissolto nel nulla, e in assenza del gatto...
In 22 giorni quante pattuglie della stradale o dei carabinieri ho visto,
secondo voi? La risposta è mortificante: una! Mi dicono che i
controlli sono molto più intensi su autostrade e superstrade...
fantastico, intanto la gente si ammazza sulle vecchie statali. Vorrei
rinnovare qui un consiglio per i cicloturisti che si trovano, talvolta
senza possibili alternative, a percorrere strade strette molto battute
dai camion: non tenete rigorosamente la destra, a meno che non aspiriate
al suicidio. Se sentite arrivare alle vostre spalle un bestione a quattro
rimorchi (che poi magari a volte è solo un motofurgoncino col
motore un po' sfatto), e sulla corsia opposta arrivano altri automezzi,
portatevi quasi al centro della vostra carreggiata, per impedire che
l'autista arrischi il sorpasso a tutti i costi, e fatevi da parte solo
quando la corsia opposta è libera). Altrimenti i meno coscienziosi
fra i conducenti vi sorpasseranno tenendo una distanza dalle vostre
borse di pochi centimetri. Prendete una buca in quel frangente... e
il rumore successivo sarà la sirena di un'autoambulanza. C'è
anche da rimarcare che la maggior parte degli automobilisti sembra ignorare
la realtà che la bicicletta è un veicolo come tutti gli
altri, e quindi quando qualcuno vi sta superando, non è permesso
ad altri di superare il superante.