La strada che corre lungo le prime pendici
delle colline parallelamente alla Via Emilia è ciclisticamente
abbastanza piacevole, con i suoi gentili saliscendi, ma dopo Scandiano
(25, 26)
diventa un inferno. Mai vista una simile concentrazione di autocarri:
un delirio. Ci fermiamo a Vignola per uno spuntino, e poi all'altezza
di Bazzano, dopo esser stati ripetutamente sfiorati da bisonti inferociti,
per i cui conducenti evidentemente è più importante guadagnare
cinque secondi sulla tabella di marcia che non evitare la possibilità
di schiacciare due cicloturisti come patate da purea, decidiamo di raggiungere
quanto prima la Via Emilia, che sarà anche noiosa, ma è
certamente meno pericolosa. Da Anzola giungiamo così a Bologna,
dove ci dedichiamo a una passeggiata disintossicante sotto i freschi
portici, e poi proseguiamo ancora lungo la Via Emilia, fino alla deviazione
per Dozza (27, 28,
29, 30,
31), che è un possibile,
anzi auspicabile posto di tappa. La strada sale sensibilmente, ma si
tratta di pochi chilometri. Dei tre alberghi di Dozza, uno è
al completo, il secondo è chiuso per lavori, il terzo è
chiuso per ferie. Si dovrà quindi tornar giù a Imola,
ma prima facciamo un giretto fra le case affrescate per le quali Dozza
è universalmente nota. Non si tratta di graffiti casuali e disordinati,
ma di affreschi appositamente commissionati ad artisti di comprovata
fama. Dozza è così un equivalente moderno di quelle cittadine
engadinesi come Guarda e Ardez sempre così affollate di turisti.
Qui a Dozza stasera non c'è nessuno. Sarà per l'orario?
Raggiungiamo Imola verso le 19,30. Merita una segnalazione il Ristorante
Pizzeria del Centro (www.dasalvatore.com),
che offre fra l'altro specialità siciliane. La cucina è
davvero eccellente, e i prezzi modici.