Anche questa mattina, nonostante il sole,
fa molto freddo. Alla partenza dimentico di farmi ridare la carta d'identità,
ma per fortuna me ne accorgo dopo poche centinaia di metri. La strada
che porta a Camerino è poco trafficata, ma preferisco comunque
seguire la vecchia traccia, che evita la galleria e sale fino a poco
oltre gli 800 metri. La strada è tutta per me, e ben asfaltata.
Lambisce il bel paese di nome Appennino (262).
Per arrivare a Camerino, dopo essere scesi, bisogna risalire per altri
9 km. Solo l'ultimo, tuttavia, è veramente impegnativo. Camerino
non mi entusiasma. Mi colpisce solo la Basilica di San Venanzio (263,
264). Nuovamente ridisceso,
ricomincio a salire dapprima lentamente fino a Pioraco (265),
dove tutti sono cortesissimi, e poi ancora oltre. L'ascesa termina al
Passo del Cornello (818 m): solo gli ultimi 4 km presentano qualche
seppure minima difficoltà (266,
267, 268).
L'unico problema per me è che proprio in prossimità del
valico si mette a piovere. Smetterà presto, però. Nocera
Umbra (269, 270,
271) è una città
provatissima dal terremoto del 1997. Il centro storico è tutto
un cantiere. Il tratto di Flaminia fino a Gualdo Tadino rappresenta,
per il cicloturista, il suicidio perfetto. Gobbe micidiali, e pazienza,
ma soprattutto un traffico bestiale, pericolosissimo. Mi dicono che
è prevista la costruzione di una variante. Trovo alloggio in
un grande albergo gestito dai salesiani, l'Hotel
Verde Soggiorno: molto accogliente, con una buona cucina, e un conto
leggero.
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