TAPPA 14 : MONTEPULCIANO - CHIUSI SCALO

 

 

 

74,9 km - Dislivello: 900 metri - Gradimento: **½

 

Questa mattina, fra le 7 e le 7,30, ha piovuto un pochino: un autentico colpo di scena. E' l'ultima giornata di viaggio in compagnia di Gaetano. Siamo arrivati in questa zona con una giornata d'anticipo rispetto ai programmi, perché abbiamo tagliato una parte di percorso nelle Marche il giorno in cui abbiamo fatto tappa a Fabriano. Al mio risveglio, vengo colto da un attacco di labirintite, in una forma inusuale: vertigini molto forti, ma niente nausea. Per sicurezza mi ero portato, come sempre, le pastiglie del caso, ma è la prima volta che mi capita durante un ciclogiro, è la prima volta che non avverto nausea (che è l'aspetto peggiore del malanno), ed è la prima crisi negli ultimi 3-4 anni. Niente di grave, comunque: benché un po' stordito, sono perfettamente in grado di ripartire. Siamo in anticipo di un giorno, dicevo, pertanto abbiamo disegnato un percorso in zona, in modo da venirci a trovare questa sera a Chiusi Scalo, dove Gaetano potrà prendere il treno.

 

 

 

 

Viaggiare in treno con la bici, in Italia, non è cosa comodissima. Gaetano dovrà cambiare a Firenze, Bologna e Padova per approdare finalmente a Vicenza. Non si sa mai se la carrozza adibita al trasporto bici è stata piazzata in testa o in coda al convoglio, e si racconta che talvolta capita che la carrozza non ci sia affatto, nonostante sia prevista dall'orario ufficiale. Inoltre in tutte le stazioni citate, Chiusi, Firenze, Bologna e Padova, non ci sono scale o tappeti mobili, sicché occorre sollevare la bici con una mano e i bagagli con l'altra per affrontare le varie scalinate d'accesso e d'uscita dei sottopassi.


Il percorso odierno è caratterizzato da numerosi saliscendi. Da Chianciano vecchia per errore abbiamo preso una strada che passa a est di quella principale. E' un tracciato molto tranquillo, sostanzialmente pianeggiante: forse l'errore non è stato un male. Torniamo sulla statale 146 in prossimità di Chiusi Scalo. Quasi di fronte parte una provinciale che porta a Cetona. "Proviamola" ci diciamo. E ci va bene anche questa volta: la strada sale senza scossoni ai 380 m di Cetona (un borgo grazioso), proseguendo poi per San Casciano Bagni (585 m). Qui, la bella piazza d'ingresso è anche un balcone panoramico che c'ispira la volontà di una sosta ristoratrice, visto che è l'ora di pranzo.

Gaetano, come cento altre volte, prova a ordinare un frullato, e per la centesima volta glielo negano. A cosa si deve la decadenza del frullato? Perché è caduto nell'oblio più completo? E se ciò non corrisponde a verità, abbiamo forse inconsapevolmente percorso la via dei nemici del frullato? Coincide per caso con la Via Francigena, che è indicata dappertutto, e sembrerebbe pari a un'autostrada a 600 corsie? La piccola San Casciano (174, 175, 176) merita comunque almeno una breve visita, dopodiché si prende la strada del Monte di Cetona verso Sarteano, la cui altimetria non è comprensibile dalla consultazione della carta del TCI (qualche frecciolina di pendenza la si poteva mettere, tanto per dare un'idea). Si sale parecchio, con pendenze aspre, e dopo esser ascesi, si ridiscende, e si risale e... ci si stufa, e si prende una via di fuga, detta Via San Francesco (177), che passa per l'omonimo convento (178). Bellissimo posto. Siamo appena sopra Cetona: ci ripassiamo, e infine scendiamo a Chiusi Scalo.

Trattandosi della cena di commiato, decidiamo di prenderci due di quelle imponenti fiorentine che più volte nei giorni scorsi avevamo visto sfilare fra i tavoli. Siamo certi di essercele meritate. La giornata si chiude con un inconveniente insolito. La cerniera lampo del bauletto smette di funzionare: scorre ma non chiude. Panico. Telefono a mio padre, che da buon tecnico-progettista-tuttofare mi suggerisce una soluzione al problema che si rivela subito efficace. Basta portare il cursore a inizio corsa, e stringere con una pinza (da meccanico, non per depilarsi) la sua "coda". Una pinza bisogna sempre portarsela, quando si gira in bici: non si sa come né quando, ma giunge sempre il momento in cui si rivela indispensabile. L'avaria si è verificata, in base alla mia ricostruzione, perché a San Casciano avevo appoggiato la bicicletta a un muro in corrispondenza di uno sportello metallico arroventato dal sole. Il cursore della cerniera era rimasto a contatto con lo sportello e si era deformato a causa del calore.


San Casciano BagniSan Casciano BagniSan Casciano BagniCetonaCetona

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