Poi mi sposto (219,
220)
a Bomarzo (221, 222,
223, 224,
225), dov'ero già stato
anni fa. Il borgo alto sembra un gemello di Vitorchiano, gatti compresi,
ed è altrettanto fascinoso. Gettatomi in vertiginosa discesa
per raggiungere l'ingresso del Parco dei Mostri, ho deciso di non entrarvi.
Un enorme cartello ricorda ai visitatori che è proibito girare
filmati, o scattare fotografie da sfruttare commercialmente. Ora, le
foto che faccio io non sono in vendita, ma siccome l'ingresso al Parco
costa 8 euro, che non mi sembrano pochi, vorrei avere la facoltà
di far quello che voglio delle mie fotografie, sicché io mi tengo
i miei 8 euro, e loro si guardino i loro mostri e facciano pure milioni
a palate vendendo immagini del parco. Se ci riescono.
Per la vecchia statale, alternata a un breve
tratto di superstrada, raggiungo Narni Scalo, avendo già rinunciato
in partenza a salire alla Narni vera e propria. Mi accoglie all'albergo
vicino alla stazione un signore simpaticissimo che, non appena legge
la mia carta d'identità, si mette a parlare in un ottimo milanese.
E' in effetti un milanese che si è trasferito in Umbria da più
di 40 anni.