Secondo l'ultimo atlante stradale del TCI,
uscito nel 2004, ma che è tutt'altro che aggiornato, la statale
della Forca di Cerro parte dalla Flaminia. Non è vero, invece,
perché in realtà bisogna seguire l'indicazione per Spoleto
(lo so, sto lasciando Spoleto, non è un refuso), e dopo un po',
a una rotonda, si dovrà seguire l'indicazione di Narni-Norcia.
Io invece, che ovviamente non lo so, vado, vado, vado, e mi ritrovo
all'imbocco della strada nuova, la cui inaccessibilità alle biciclette
tuttavia è annunciata solo dopo che la strada è stata
imboccata. Costava fatica mettere un cartello alla succitata uscita
di Spoleto che avverta i ciclisti diretti a Norcia che devono uscire
lì? Torno sui miei passi, rifaccio quegli inutili 6 km di sgradevolissima
Flaminia, e mi accorgo che in direzione sud l'avviso di uscita per Norcia
in corrispondenza di Spoleto c'è. Esco dalla Flaminia, ed entro
in un bar per chiedere informazioni. Il proprietario non solo non è
in grado di darmi alcuna notizia utile, ma si mette pure a fare del
cabaret di quart'ordine, che io non sono nelle condizioni di spirito
di apprezzare, quando mi permetto di lamentare la pessima disposizione
dei cartelli stradali nella zona. Due avventori, più gentili
(e ci voleva ben poco), mi forniscono le informazioni che chiedevo,
ma sbagliano a loro volta, facendomi percorrere altri due o tre km per
nulla. E' un operaio asfaltatore che finalmente mi dà l'indicazione
vincente. Quando torno alla rotonda che ho citato diverse righe sopra,
seguo l'indicazione per Norcia-Cascia, e subito dopo un sottopasso c'è
un bivio. Per Norcia-Cascia si va a sinistra, ma io, che non mi fido
più di nessuno, tiro fuori la cartina, e mi accerto che la direzione
giusta è quella opposta, indicata come "Piedipaterno",
che è un paesino oltre la Forca di Cerro.
Tutto questo teatro dell'assurdo ha luogo
mentre sulla mia testa si sono addensate nubi nerissime, e quindi ora
mi tocca affrontare un passo (oltre 700 metri) col rischio di beccarmi
il diluvio. Salgo come una freccia - mai scalata fu più celere
- e mi getto giù dalla parte opposta. Comincia a piovere proprio
quando sono alle viste le poche case di Piedipaterno. Trovo così
riparo, e posso ripartire a pioggia cessata una ventina di minuti più
tardi. In un fosso sul ciglio destro della strada giace un'automobile
con le ruote al cielo, malamente schiacciata. Fra i soccorritori scorgo
volti preoccupati. In questo tratto di strada, che torna ad essere in
salita, vi sono delle gallerie in qualche caso male illuminate.
Al bivio Norcia-Cascia c'è un albergo,
l'Albergo Ristorante Italia, che cito assai volentieri, perché
è gestito da una famiglia di persone gentilissime, che benché
non sia previsto per chi sosta una sola notte mi garantiscono anche
la cena ("quello che mangiamo noi, se le va bene..."). Mi
sono appena rifugiato al coperto, quando finalmente scoppia il gran
temporale a lungo minacciato. Il riposo è del tutto indisturbato,
la cena è eccellente. Hanno anche una rivendita di salumi e formaggi
tipici di Norcia, e infatti l'antipasto è memorabile. La mattina
successiva scoprirò che tutto questo, più la prima colazione,
mi è costato solo 40 euro. Che bravi, no?