Inizia la vera è propria fase del
ritorno a casa, durante la quale si pedala, e si pedala. Il Passo di
Viamaggio (980 m) me lo ricordavo più bello. Forse la zona, soprattutto
nella parte più alta, ha sofferto un po' la siccità degli
ultimi tempi. La salita (18 km, 650 m di dislivello) è molto
facile, e sono in cima quasi senza accorgermene, a metà mattinata.
La discesa susseguente è tutt'altro che regolare, come spesso
accade per questi valichi appenninici, e non mancano le contropendenze
che noi ciclisti definiamo senza esitazione "odiose". Arrivo
sulla Via Emilia a Savignano sul Rubicone, attraverso la stessa strada
percorsa all'andata per imboccare la salita di Verucchio, nel primissimo
pomeriggio, e ho la fortuna di giovarmi di un bel venticello a favore.
E' raro che sulla Via Emilia non ci sia vento, con tutte le valli che
vi confluiscono da ovest, e col mare a levante, e quindi non resta che
sperare ch'esso ci sia propizio. In tutta la giornata splende un bel
sole e non fa mai troppo caldo. Superata Faenza, m'impongo di fermarmi
al primo albergo, da Imola in poi, che non abbia più di due stelle
e che si affacci sulla statale, in modo da poter partire anche molto
presto l'indomani. Proprio all'ingresso di Imola trovo quello che fa
per me. C'è un bel cielo, al crepuscolo.