Oggi per fortuna non c'è il vento
di ieri, ce n'è solo un po', il giusto, è fresco, e fa
piacere sentirlo sul viso. Cielo quasi sempre nuvoloso, ma non coperto,
e negli ultimi 30 chilometri ha spalancato le sue porte a un sole non
sfacciato. Questa mattina mi sono concesso un'ora di sonno in più:
ne avevo bisogno. Sono partito alle 9, ma nella prima ora ho passeggiato
per Asti (1, 2,
3, 4,
5, 6,
7) che non ricordavo
così bella. Va detto che la quiete della domenica mattina giova
ad ogni città. Mi ha molto impressionato il densissimamente affrescato
interno della Cattedrale. Il trasferimento da una città all'altra
è gradevole: non c'è molto traffico (ma solo perché
è domenica), e i colori di questi luoghi sono più belli
di quelli di luglio, ai quali ero avvezzo. Fra Asti e Alba la strada
è meno vallonata rispetto al finale di ieri, o forse è
la mancanza di quel ventaccio a darmi quest'impressione. Alba
è un po' penalizzata dal cielo scuro, ma a parte questo, pur
avendo un grazioso centro storico, non possiede il fascino di Asti.
Vado poi a Bra, cui dedico una passeggiata un po' sbrigativa. Bra la
si conquista attraverso la prima vera salita di questo ciclogiro. Sono
solo 500 metri in lunghezza, ma al 10%. Date le proporzioni sarebbe
più onesto da parte mia invertire i termini: una salita al 10%,
sì, ma solo mezzo chilometro: uno non fa neppure in tempo ad
accorgersi che è in salita, se è distratto.
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Passando per Savigliano, giungo a Saluzzo
verso le 16. Il dislivello fra la parte bassa e il Castello (attualmente
chiuso) è di una cinquantina di metri (345-395), e c'è
da scarpinare, con la bici accompagnata a mano. La passeggiata tuttavia
è senz'altro consigliabile. Gli ultimi 33 km, per bella strada
in lieve e costante ascesa, portano ai 540 metri di Cuneo. Segnalo l'ottimo
ristorante "Scugnizzo" dove, in previsione dell'imminente
passaggio in Francia, gusto un magnifico piatto di spaghetti alle vongole,
che rischiano di restare l'ultimo decente piatto di pasta per molto
tempo.
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