Una sgradita sorpresa: in partenza, a una
brevissima discesa segue una salita di oltre 400 metri di dislivello,
con pendenze audaci rese più irritanti dalla strada larga. Le
ascese su strada larga dànno la sgradevole sensazione di star
fermi, e quindi di essere infinite. Il cielo è coperto e c'è
afa. Sulla successiva discesa la strada a tratti è bagnata: ha
palesemente appena smesso di piovere. In un paesino compro una carta
regionale per evitare sorprese altimetriche come quelle di ieri. E infatti,
dopo una lunga permanenza nella splendida Albi (foto 96-117), scelgo
una strada un po' più lunga verso Montauban, ma che corre a fondo
valle, a braccetto con il Tarn. Anche Gaillac (1,
2, 3)
è una bella cittadina, quasi una piccola Albi. A Lisle-s-Tarn
c'è una bella piazza quadrata delimitata da case a graticcio
costruite su portici. Dal paese successivo provo a cercare una stanza,
per non ripetere l'avventura di ieri, ma nonostante la mia prudenza
finirò per arrivare ancora più tardi, alle 21,20. Tutti
gli alberghi sono al completo, e quando raggiungo con difficoltà
il centro di Toulouse, verso cui ho deviato perché non mi fidavo
della più piccola e più distante Montauban, passo in rassegna
una lunga serie di cartelli "COMPLET", l'ultimo dei quali
viene però gentilmente aggirato dai gestori dell'Hotel des Ambassadors
nell'assegnarmi la "camera d'emergenza". Avevo conosciuto
le stesse difficoltà, in questa zona, nel 1999: ci sono pochi
alberghi e mal distribuiti. Riguardo al raggiungimento del centro di
Toulouse, poi, è la seconda volta che vengo qui, giungendovi
da due direzioni diverse, e per capire dov'è il centro devo necessariamente
rivolgermi alla gente del luogo. La segnaletica è penosa, ed
è l'unica città ch'io conosca che sembra vergognarsi del
suo centro storico. Fra l'altro non ce ne sarebbe motivo.
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