A Quimperlé (1,
2, 3,
4, 5,
6, 7)
sono tutti gentilissimi. Al ristorante, Le Dom-Morice, in una bellissima
casa antica, si sparge subito la voce che sono un ciclista che viene
da Milano. L'ho infatti spiegato alla simpaticissima padrona che non
poteva credere che volessi prendere sia un piatto di spaghetti ai frutti
di mare, sia una entrecôte con le patate, per i francesi due piatti
principali. Nell'andarsene, mi salutano tutti calorosamente, e qualcuno
chiede se la notizia è vera e si fa spiegare che giro sto facendo.
Se capitate a Quimperlé dovete assolutamente cenare lì:
si mangia bene, tanto, a un prezzo accettabilissimo (e la signora, rammaricata
perché non volevo accettare l'offerta del cicchetto, mi ha fatto
anche lo sconto), e c'è un clima di allegria e di spontaneità
che è l'ideale per ricaricare le pile, qualora ve ne fosse il
bisogno. L'accostamento di un locale così a certi ristoranti
"di charme" mi fa subito pensare a Tati. Le case antiche sono
nella parte bassa della città.