Più che ai luoghi, che già
conosco bene, oggi la mia attenzione va ai molteplici segni di cedimento
che la mia bicicletta, al termine del suo sesto ciclogiro, comincia
a mostrare. Oltre al solito malfunzionamento del cambio, ho avuto, nella
lunga discesa verso Aosta, seri problemi ai freni, tanto che mi son
dovuto fermare appena dopo La Thuile per inserire una rondella tra la
ganascia e il pattino anteriore sinistro. Avrei potuto farlo prima;
così invece, costretto a scendere a una velocità paragonabile
a quella con cui ero salito, ho perso un sacco di tempo. A La Rosière,
seduto su una panchina a gustarmi l'ultimo pain chocolat del mio viaggio,
mi accorgo che lo strato esterno della gomma posteriore è ormai
perduto, e si vede chiaramente l'inquietante color arancione dello strato
interno. Però ho così constatato che una gomma Vittoria
Randonneur dura circa 4000 km sotto un bagaglio di 13 kg e mezzo, senza
nemmeno una foratura. Mica male. Oggi non si è vista una nuvola.
Sul versante francese non faceva troppo caldo, nonostante diverse persone
lungo la strada volessero convincermi del contrario, mentre in Val d'Aosta
il sole picchiava duro. Il Piccolo San Bernardo (2188 metri) si conferma,
nonostante la lunghezza (31 km da Bourg-St-Maurice), una salita di media
difficoltà. Le uniche pendenze un po' più severe si trovano
nel corso del penultimo km. Vento a favore negli ultimi 3 km di salita,
e su tutta la discesa fino ad Aosta. Dove serviva, cioè dopo
Aosta, inverte la sua direzione. Ciò non mi impedisce di giungere
per l'ora di cena al già ben noto e apprezzato Hotel Ristorante
Cristina, lungo la statale, nel territorio di Verrayes.