TAPPA 5 : RAVENNA - SANTA SOFIA (Forlì)

 

 

81,6 km - Dislivello: 778 metri - Gradimento: **1/2

La cartina è interattiva - The map is interactive

 

L'uscita da Ravenna avviene attraverso una strada secondaria che conduce alla via Cella (conoscenza acquisita in fase progettuale grazie alle mappe di Google, non c'è da aspettarsi nulla dalla segnaletica sul posto). Si passa per Castellaccio.

A Forlimpopoli gironzoliamo attorno alla notevole rocca. Il cortile è poco interessante anche perché vi stanno allestendo qualcosa.

Lasciando la cittadina che diede i natali a Pellegrino Artusi, celebre gastronomo, ci apprestiamo ad affrontare, finalmente, la prima salita di questo viaggio, alla volta di Bertinoro. Le pendenze sono molto irregolari, e vanno dal falsopiano allo strappo al 15%. Un indigeno ci suggerisce di lasciare la strada principale per un drittone, alberato, va bene, ma che ricorda sinistramente la rampa che da Massa Martana si arrampica lateralmente fino a Todi, sulla quale anni fa vidi fumare un'intrepida quanto puzzolente Trabant. E qui si è anche contromano. Lascio a Gaetano facoltà di provarci lui, che io vado per la via maestra. Mi segue protestando pochissimo o punto. La prima fatica stagionale è compensata da belle viste.

Bertinoro ha una bella piazza principale a mo' di balconata sulla pianura. La ricordavo benissimo.

 

 

 

 

 

 

 

Per proseguire verso Polenta, ci tocca scendere svantaggiosamente ai piedi dell'ultimo pezzo di salita, che quindi siamo costretti a percorrere di nuovo.

Polenta e la sua chiesa romanica, in cui pregò Dante Alighieri, si conquista superando altri strappi al 15%, fortunatamente sporadici. Il tempo è cambiato: brontolii temporaleschi risuonano un po' ovunque attorno a noi, il cielo è grigio, e scendendo verso Fratta Terme avvertiamo anche qualche gocciolina.

Pausa pranzo a Meldola, e poi su verso Santa Sofia, attraversando graziosi centri fra cui mi piace segnalare Cusercoli. Da queste parti ci sono molte oche, non so se per tradizione o per una moda del momento.

Da Santa Sofia doveva partire l'ascesa verso il Colle del Carnaio, ultima fatica di giornata, ma dopo una parziale schiarita il tempo si è fatto nuovamente assai poco rassicurante, e temendo di non poter trovare alloggio fino al valico, preferiamo fermarci qui.

Cena più che deliziosa al Ristorante Contessa, a base di porcini freschi (sul limitare della terrazza c'è giustappunto il bosco nel quale sono stati colti, o almeno così ci piace pensare). Col senno di poi, molto probabilmente i temporali ci avrebbero risparmiati, ma noi ci saremmo persi i porcini freschi.

 


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