TAPPA 14 : FORCA CANAPINE - ASSERGI (L'Aquila)

 

 

108,1 km - Dislivello: 1357 metri - Gradimento: ***1/2

La cartina è interattiva - The map is interactive

 

La discesa da Forca Canapine, anche se c'è un bel sole, è affrontata ai limiti della necessità di ricorrere alla mantellina: 19 gradi all'ombra e 20 al sole. Ma resisto, niente mantellina.

La via da seguire per il ciclista è quella che passa per Capodacqua, Tufo e Accumoli. Si tratta di una strada per alcuni tratti dismessa dall'Anas.

Ad Accumoli prendo la strada sbagliata, verso Villanova (quella giusta passa più in basso), e piuttosto che cercare un raccordo più a monte della cui affidabilità non sono certo, preferisco, dopo due km e mezzo di strada comunque piacevole, tornare ad Accumoli e prendere la giusta via per Amatrice.

Ad Amatrice, che ha alcuni bei monumenti antichi, tradisco gli spaghetti per una banale merenda dolce, e quindi riparto di slancio lasciando gli amatriciani alle prese con la loro specialità omonima (come se i milanesi, per parlare di quello che conosco, mangiassero tutti i giorni risotto con lo zafferano e cotoletta impanata).

 

 

 

 

 

 

 

 

Il percorso che porta al lago di Campotosto attraversa un ambiente montano incontaminato. La salita non è impegnativa. Il lago, grazie alla sua posizione ai piedi dei monti e alla bella luce di oggi, ha un'ottima cera. La strada gli gira attorno salendo e scendendo di continuo sulle sue sponde, come ogni strada lacustre che si rispetti ama fare, e una volta superata la diga scende fino a 1100 metri, per poi risalire ben oltre i 1299 metri di Passo Capannelle, perché l'inizio della splendida strada provinciale del Vasto inizia ancora in salita, fino a toccare i 1500 metri. Non mancano le rampe impegnative.

Ammantata della luce del pre-tramonto, la zona è incantevole.

Mi sistemo ad Assergi nel primo albergo che incontro, l'ottimo Hotel Ristorante Pizzeria Giampy.

Nel pomeriggio, appena dopo una curva in discesa, mi son trovato davanti una volpe. Prima di avvistarmi stava scendendo lungo un muretto, ma con agilità stupefacente prima di toccar terra è riuscita a risalire, come avrebbe fatto una lucertola, e si è fermata in cima al muretto, fra l'erba. Mi sono fermato anch'io, e ci siamo fissati a lungo, ad una distanza di non più di due metri e mezzo. Io non avevo mai visto una volpe in libertà così da vicino e la osservavo quasi ipnotizzato da tanta bellezza. Lei aspettava che io abbassassi lo sguardo per fuggire. Non potendo star lì tutto il pomeriggio, alla fine ho abbassato gli occhi e la volpe si è immediatamente dileguata. Sono ripartito canticchiando con gioia alcuni brani de "La piccola volpe astuta" di Janacek, la mia opera lirica preferita.

 


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