Come previsto, la prima operazione della giornata è stata la sostituzione della camera d'aria posteriore. La parte più difficile si è rivelata quella del reperimento di una stazione di servizio con l'erogatore di aria compressa, per il gonfiaggio definitivo (la pompetta d'emergenza non può nulla oltre una certa pressione).

Ho gironzolato per L'Aquila fin quasi le 11, e proprio mentre lasciavo la città il cielo si è decisamente rannuvolato. Il sole si è rivisto solo in prossimità di Rieti, dove tuttavia all'ora di cena è partita una serie di brevi temporali.

I primi 20 km sono prevalentemente in ascesa, fino ai circa 1000 metri di Sella di Corno. La Salaria si fa più interessante dopo questo valico, almeno fino ad Antrodoco, adagiata in una strettoia della valle. Suggestive le due chiesette di Santa Maria, una prima e una dopo. Santa Maria delle Grotte, com'è facile indovinare, è scavata nella montagna. Santa Maria extra-moenia ha un bel campanile policromo.

 

Anche Cittaducale, che si raggiunge salendo brevemente sulla destra, è interessante, anche se ormai il maltempo ha preso decisamente il sopravvento, creando qualche problema. Mi rifugio sotto l'arco d'ingresso della cittadina, e ho il tempo di ascoltare integralmente una raccolta di vecchi successi di Enzo Jannacci: nell'era pre-iPod, le soste per il maltempo erano una pizza, adesso invece costituiscono un'occasione per ascoltare della buona musica. Quest'anno avevo con me tutta la mia discoteca, racchiusa in una saponetta da viaggio. Eh, la tecnologia. L'unico effetto collaterale, in questo caso, è che fino alla fine dei miei giorni collegherò il ricordo di Cittaducale ai versi immortali "Era una gomma bianca molto elastica, che lui usava solo la domenica...".

A Rieti, come spesso è accaduto quest'anno, si possono ammirare lussureggianti grappoli di cartelli che indicano alberghi per ogni dove. Poi però gli hotel non si trovano e bisogna chiedere ai vigili.

 

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