Il centro di Bienne è un po' più interessante di quello di Delémont. Presso una delle solite fontane un po' bizzarre, consumo il pezzo di baguette avanzato ieri.
La strada per Neuchâtel presenta qualche passaggio scomodo, come ad esempio un sottopasso pedonale con ripidi scalini affiancati da uno scivolo ovviamente altrettanto ripido. Qui ho rischiato di lasciarmi sfuggire la bicicletta, con eventuali effetti presumibilmente rovinosi per il mezzo e per i bagagli. Poco dopo la gomma anteriore, che avevo gonfiato in mattinata, si affloscia inesorabilmente. Molto probabilmente più che di una foratura si tratta del cedimento della valvola. Sostituisco la camera d'aria, ma distratto da alcuni ciclisti che vorrebbero aiutarmi a tutti i costi quando invece non ce n'era alcun bisogno, faccio un pessimo lavoro, e poco dopo la ripartenza la gomma è a terra un'altra volta, questa volta a causa di una pizzicata. Il secondo cambio è più rapido del primo, ma anche più preciso.
Neuchâtel mi pare una Lugano in grande. La passo di corsa, visto che Lugano non mi piace più di tanto.
L'articolatissimo percorso ciclabile fino a Yverdon, lungo il lago di Neuchâtel, sfiora bei vigneti e graziosi borghi antichi.
Il reperimento di una camera libera è laboriosissimo. Ometterò i dettagli, ma riesco ad accasarmi solo dopo le 21 in un grande albergo vicino a un ingresso autostradale, molto lontano dal centro. Anzi, addirittura oltre i confini comunali di Yverdon.
Troppo tardi per cenare.